sabato 17 marzo 2018

Il pulpito inglese

Troppi nemici russi di Putin muoiono. Nemici anche della Russia, traditori o peculatori. E quindi dell’uomo che da vent’anni la impersona, e la controlla: non si può fare torto a Putin di considerarlo ignaro di quanto avviene a questi russi, per quanto traditori e ladri, lui è uno al comando. E tuttavia, troppi di questi incidenti avvengono in Inghilterra. Anzi, avvengono solo in Inghilterra, terra di elezione dei traditori e dei peculatori nei paesi di origine, in Asia, in Africa e anche in Russia.
Senza contare Boris Johnson. Uno vede il ministro degli Esteri di Londra, e si chiede, anche se per caso è sobrio: ma stiamo scherzando? O legge le cronache, e si conferma che Scotland Yard ha una fama usurpata. Già al tempo di Sherlock Holmes, e poi di Poirot. Che la centrale considerano stolida, o allora di obbedienza segreta, a poteri occulti.
Si ricordino i casi in cui italiani sono stati coinvolti: non c’è mai stata una risposta degli investigatori efficiente, rassicurante. Il banchiere Calvi. Qualche ladro di patrimoni – più di uno. Giulio Regeni. E ora la ragazza aggredita all’università di Nottingham, più volte, a morte, dalle coetanee inglesi, perché italiana, egiziana, bella e intelligente, senza che mai la polizia inglese si sia data cura di intervenire, neppure dopo morta. Roba da non credere, tanta inefficienza o albagia (l’ospedale non ha voluto curarla), se non fosse avvenuta – lo racconta Rinaldo Frignani:
Gli inglesi sono pieni di sé. Per questo hanno abbandonato la Ue. Pretendendo ora di farle fare la guerra a Putin, al coperto, solo perché Johnson lo dice. Non hanno mai fatto autocritica. L’Italia ama invece l’autocritica. Ma gli inglesi non sono un buon pulpito.

Nessun commento:

Posta un commento