Più che mai Chesterston si vuole qui un dandy,
Oscar Wilde non trasgressivo. O sì, ma non aggressivo – giusto per il
“vantaggio di essere incompresi”, che lascia liberi. Problematico. I realisti
moderni sono terroristi, anche se per una ragione: “Realisti e dinamitardi sono
persone egualmente bene intenzionate che si consacrano al compito
manifestamente disperato di utilizzare la scienza per incoraggiare la morale”.
Nella storia trovando a sorpresa verità più strane che nella finzione:
“Dev’essere così perché abbiamo creato la finzione a nostro comodo”. E non problematico,
anzi più sesso “wildiano” in senso proprio – aforistico. Il gentleman è uno stoico
perchè è una specie di selvaggio. O l’“inesistente Irlanda” che conquista
tutti. “I giovani leggono le cronache, i vecchi il giornale”. L’America non è
“né nuova né intatta”.
A trent’anni Chesterston aveva abbastanza
collaborato col “Daily News”, giornale liberale, da poterne estrarre un libro
di trecento pagine, di successo, rielaborando gli scritti d’occasione tematicamente.
Su temi di letteratura, e di avria umanità. I saggi su H.G.Wells e Kipling, più
che quello su Shaw, sono ancora nuovi, come intonsi. Quello sulla “stampa
gialla” fa stato pure oggi, un secolo dopo – anzi a maggio ragione oggi, con la
cronaca giudiziaria sui rostri. O l’ecologismo: “I sandali e la semplicità”, a
metà raccolta, andrebbe riletto per fare giustizia di tanti falsi assunti, da
cottuttela, e per risparmiare.
Gilbert K. Chesterston, Eretici, Lindau, pp.264 € 22
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