La guerra alla Libia nel 2011 è stata
imposta da Sarkozy per cancellare le tracce della sua corruzione? È presto per
dirlo: il fermo dell’ex presidente francese, per avere sforato il tetto legale
alle spese elettorali nel 2007-2008 di quasi il doppio, 42,5 milioni invece dei
22,5 permessi, dieci dei quali facendoseli dare in contanti da Gheddafi, deve
essere confermato, le accuse devono essere provate. Non è ma incerto invece il ruolo personale di Sarkozy, che travalico i limiti Onu, per quanto formali, nella caccia a Geddafi, per trucidarlo senza processo. E non c’è altra ragione
per la guerra alla Libia, nella quale la Francia ha trascinato gli Stati Uniti
del volenteroso Obama, e l’Europa. Creando un disastro politico e umanitario di
proporzioni ancora incalcolabili: in Libia non c’è solo lo sfruttamento
dell’emigrazione clandestina, le fazioni
politiche e tribali si decimano senza limiti.
C’è una nuova vecchia Europa dopo la caduta
del Muro. Che è un po’, anzi parecchio, quella vecchia, di prima della guerra e
della guerra fredda. Comunque, non più quella che aveva costruito e s’era
costruita nella guerra fredda, baluardo della democrazia. La Germania torna a
essere continentale (chiusa in se stessa) e egemonica. La Gran Bretagna fa da
sé. La Francia torna ai suoi colpi di testa e di mano. .
Vittima collaterale della guerra alla Libia
Bernard Henri Lévy. Che forse non è un filosofo, ma è pur sempre una colonna del
“Corriere della sera”. Per il quale ha
sctitto pagine infiammate sulla liberazione della Libia dalla tirannide, al
seguito di Sarkozy.
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