Proposto come “piccolo
itinerario”, nel “lungo percorso che la Vergine ha compiuto nelle lettere e
nella pieta dell’Occidente”, un atto di fede e di pietà “nell’anno giubilare della
Misericordia”, il “viaggio” è nel suo fulcro parte della coeva “Introduction à
la Divine Comédie”, 2016, che Ossola ha pubblicato a Parigi. Una revisione delle letture
ultimamente accreditate della biografia e teologia di Dante, per ritornare al “più
nitido contorno…che fu con tanta e lucida sobrietà meditato da Giorgio
Petrocchi”. Partendo dalla lettera a Cangrande, dove Dante pretende che la sua
preghiera è “vera” – “veritas de re… est similitude
perfecta rei sicut est”: “Dante rovescia – con assoluta novità – il paradigma
semantico dell’innologia”. Che arriva a considerare la maternità, ma non “la
vertiginosa simmetria filiale (e non
parentale) tra il divino e l’umano”. Un’altra lettura da quella di Auerbach, “che
ci ha lasciato la più bella lettura della «preghiera alla Vergine» (“Studi su Dante”)”.
Più propria di Dante.
Col dissotterramento
di una vasta bibliografia mariana, specie del Sei-Settecento. Una rivisitazione
delle origini del culto, dall’evangelista Luca a Gioacchino da Fiore – Maria parla
poco e pensa-pesa molto. Con riguardo anche all’innologia, alla musica, e all’iconologia
– materia, questa, del saggio di Massimo Cacciari un anno dopo, “Generare Dio”.
E un’intrusione nel Manzoni romanziere, “alla «conversione» di poetica” che lo
ha condotto da “Fermo e Lucia”, narrazione quasi realista, ai “Promessi sposi”:
“Il grado nuovo di una più temperate fede e di un’umanità dolente da accogliere”,
tra le braccia della Provvidenza, “è testimoniato proprio dal risuonare più
dolce, nella voce dei giusti e nella confuse memoria degli smarriti, del nome
di Maria”. Per gli ultimi due secoli, l’erudizione è rivisitata sui temi dell’Immacolata
Concezione e dell’Assunzione.,
Un excursus elegante, anche commosso,
dedicato alla madre Maria, in memoriae
comversatione, in lumine gratiae, nel dialogo del ricordo, alla luce della
grazia. Nel solco della Madonna “Odigitria”, del buon cammino – “di cui le
terre di Puglia, Sicilia, Sardegna conservano alta memoria”. Il tracciamento di
un simbolo universale: “Nessun altro simbolo ha legato nei secoli l’anelito
umano di elevarsi «in più spirabil aere» e il quotidiano bisogno di ricovero,
rifugio, perdono, protezione”.
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