martedì 13 marzo 2018

Maria madre di misericordia

“Viaggio a Maria” è di Dante: “Nel suo cominciare e nel suo finire la «Divina Commedia» non è un «viaggio a Beatrice», ma nel poema, nella vita dell’autore e di everyman, un «viaggio a Maria»”. Una rilettura pianamente dotta, come è nelle corde dell’eminente filologo torinese trapiantato al Collège de France, della mariologia di Dante, nel “Paradiso” e prima: “Sin dall’inizio dell’«Inferno», Beatrice spiega come il «motore» dell’aiuto salvifico che viene offerto a Dante, per il tramite delle sue successive guide, sia Maria, il cui nome santo non può essere pronunciato nel luogo della dannazione eterna”, II, 94-96.
Proposto come “piccolo itinerario”, nel “lungo percorso che la Vergine ha compiuto nelle lettere e nella pieta dell’Occidente”, un atto di fede e di pietà “nell’anno giubilare della Misericordia”, il “viaggio” è nel suo fulcro parte della coeva “Introduction à la Divine Comédie”, 2016, che Ossola ha pubblicato a Parigi. Una revisione delle letture ultimamente accreditate della biografia e teologia di Dante, per ritornare al “più nitido contorno…che fu con tanta e lucida sobrietà meditato da Giorgio Petrocchi”. Partendo dalla lettera a Cangrande, dove Dante pretende che la sua preghiera è “vera” – “veritas de re… est similitude perfecta rei sicut est”: “Dante rovescia – con assoluta novità – il paradigma semantico dell’innologia”. Che arriva a considerare la maternità, ma non “la vertiginosa simmetria filiale (e non parentale) tra il divino e l’umano”. Un’altra lettura da quella di Auerbach, “che ci ha lasciato la più bella lettura della «preghiera alla Vergine» (“Studi su Dante”)”. Più propria di Dante.
Col dissotterramento di una vasta bibliografia mariana, specie del Sei-Settecento. Una rivisitazione delle origini del culto, dall’evangelista Luca a Gioacchino da Fiore – Maria parla poco e pensa-pesa molto. Con riguardo anche all’innologia, alla musica, e all’iconologia – materia, questa, del saggio di Massimo Cacciari un anno dopo, “Generare Dio”. E un’intrusione nel Manzoni romanziere, “alla «conversione» di poetica” che lo ha condotto da “Fermo e Lucia”, narrazione quasi realista, ai “Promessi sposi”: “Il grado nuovo di una più temperate fede e di un’umanità dolente da accogliere”, tra le braccia della Provvidenza, “è testimoniato proprio dal risuonare più dolce, nella voce dei giusti e nella confuse memoria degli smarriti, del nome di Maria”. Per gli ultimi due secoli, l’erudizione è rivisitata sui temi dell’Immacolata Concezione e dell’Assunzione.,
Un excursus elegante, anche commosso, dedicato alla madre Maria, in memoriae comversatione, in lumine gratiae, nel dialogo del ricordo, alla luce della grazia. Nel solco della Madonna “Odigitria”, del buon cammino – “di cui le terre di Puglia, Sicilia, Sardegna conservano alta memoria”. Il tracciamento di un simbolo universale: “Nessun altro simbolo ha legato nei secoli l’anelito umano di elevarsi «in più spirabil aere» e il quotidiano bisogno di ricovero, rifugio, perdono, protezione”.

Carlo Maria Ossola, Viaggio a Maria, Salerno, pp. 89, ill. € 7,90


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