Dio - Sua
è l’ontologia che si cerca e il pensiero del niente: non il nichilismo ma la
religione. Il Filosofo è il Creatore, che crea dal Nulla, si sa, magari
ritirandosi un po’ e mettendoci del suo, lo zimzum
d’Isacco Luria. Sua, di Dio, è nella metafisica la coincidenza di essentia
e existentia, pensiero e atto.
Può
essere che, alzandosi tardi, non si vedano che tramonti. Cercando Dio. Il fatto
è che, da Platone a Heidegger, è tutto un girare attorno a Dio, a ciò che non
sappiamo e non possiamo dire - il tormento del diavolo. E che Dio ha fatto zimzum a favore del diavolo, e poi l’ha
lasciato invidioso.
La
filosofia è come la chiesa: c’è più fede nella chimica, la fisica, la biologia,
l’astronomia. Perfino nella storia, anche se incerta. E non è bene, non per la
chimica, la fisica, la biologia, l’astronomia.
Ecologismo – È un business,
l’industria dell’anti-inquinamento (della protezione ambientale, del riciclo,
dei consumi alternativi), e questo ne spiega i limiti. Mentre dovrebbe essere
semplicità e umiltà, i cardini dei suoi
fondamenti, che sono tolstojani. Ed è una retorica. Non è semplicità e
necessità, è il “discorso su” semplicità e necessità. Con l’esito di
indebolirne i presupposti: il fatto di parlare continuamente della sua valenza
unica e obbligatoria lo rende meno unico e obbligatorio. Tanto più per accompagnarsi
a un presupposto di razionalità, dell’obbligo come un dato imperativo, di una
coscienza o spirito secchi, “naturali”. Contro tutti i presupposti della teoria
morale ecologista: le teorie morali sono dure e complicate, illusorie anche,
specie quelle tolstojane della vita semplice e pensieri elevati.
È un ramo d’industria nato con la
presidenza Nixon nel 1968, e questo ne spiega l’impianto. È
un a nuova industria. Il partito dell’Ecologia è nato con la crisi, l’appello
ai limiti dello sviluppo fondendosi con la critica all’abuso della natura. È
nato a Roma con la crisi petrolifera del 1973. Il Club di Roma datava peraltro
dal 1968. E lo studio che lo lanciava, “I limiti allo sviluppo”, commissionato nel
’68 al Massachusetts Institute of Technology,, era del ‘72. Subito dopo
l’elezione, già nel ‘68, Nixon aveva sollevato il problema dell’inquinamento
dell’aria e dell’acqua, affidandone la soluzione alle industrie. Le compagnie
petrolifere, chimiche e automobilistiche si sono subito contesi gli spazi
pubblicitari in America per celebrare ogni anno l’Earth Day, la festa della
terra - in politica i discorsi sono presto fatti,
anche se si tratta in realtà di affari (se c’è una politica che non sia affari).
Il
più consistente interesse pubblico, l’ambiente, era e resta in America privato – come la sanità: è un mercato.
Natura – Viene, storicamente, dopo. Dopo il
linguaggio e la riflessione. L’artificioso è più antico del naturale – come la
ritualità precede la religione. L’amore è altrettanto antico, o forse di più,
della fame. E quando del naturale non è artificioso, opera del linguaggio?
Spionaggio – È un attacco
alla personalità dell’avversario, più che il trafugamento dei suoi segreti. Come
una penetrazione della sua intimità più segreta, più personale, e non dei suoi
segreti professionali istituzionali. È anche
essere superiori, nel senso di più esperti, abili, manovrieri. E il suo segreto
– la sua arma - è rendere noto questo segreto, questa capacità di manovra. “Mi sorprende che voi e l’MI5”, dice a un
certo punto un poliziotto al capo dei servizi segreti nel voluminoso “Un gusto
per la morte” di P.D.James, ex funzionaria del ministero dell’Interno
britannico, “non incoraggiate regolari scambi d’informazione col Kgb. Avete più
cose in comune con loro che con chiunque altro”.
Si vede oggi che lo spionaggio si è trasferito sulla rete e sulla nuvola, senza più la retorica delle carte o documenti da trafugare, o le conversazioni da carpire, con le registrazioni o con il personale di servizio. Già nel vecchio spionaggio, stando al suo narratore e teorico Le Carrè, la spia provvedeva “informazioni di second’ordine, la cui attrattiva sta nella segretezza gotica della sua acquisizione, più che nell’oggetto dell’informazione”. Del Russiagate il fulcro è la paura della frontiera digitale perforata, agevolmente – anche se non è una grande impresa: i dati erano, e sono, pubblici. E quindi di manipolarli – anche se non è possibile, o comunque è senza effetto. Non si vede come Putin abbia potuto contribuire via internet all’elezione di Trump, ma la percezione che lo poteva fare, e quindi lo ha fatto – la paranoia – è una prospettiva più attendibile dello spionaggio (che Putin l’abbia praticata o no). L’azione di spionaggio è dare la percezione all’avversario di una sua debolezza o faglia.
Si vede oggi che lo spionaggio si è trasferito sulla rete e sulla nuvola, senza più la retorica delle carte o documenti da trafugare, o le conversazioni da carpire, con le registrazioni o con il personale di servizio. Già nel vecchio spionaggio, stando al suo narratore e teorico Le Carrè, la spia provvedeva “informazioni di second’ordine, la cui attrattiva sta nella segretezza gotica della sua acquisizione, più che nell’oggetto dell’informazione”. Del Russiagate il fulcro è la paura della frontiera digitale perforata, agevolmente – anche se non è una grande impresa: i dati erano, e sono, pubblici. E quindi di manipolarli – anche se non è possibile, o comunque è senza effetto. Non si vede come Putin abbia potuto contribuire via internet all’elezione di Trump, ma la percezione che lo poteva fare, e quindi lo ha fatto – la paranoia – è una prospettiva più attendibile dello spionaggio (che Putin l’abbia praticata o no). L’azione di spionaggio è dare la percezione all’avversario di una sua debolezza o faglia.
Le stesse storie dello spionaggio rivalutano
ora il suo aspetto intimidatorio, alla Le Carrè, mentre sminuiscono o
ridicolizzano la fuga di notizie e documenti. Dei documenti trafugati a Mosca
dalle spie inglesi celebri degli anni
1960, Burgess, Philby, si è saputo che molti non erano nemmeno stati tradotti
in russo. Anche perché Philby, che pure visse onorato a Mosca, schiaffo vivente
alla sicurezza britannica, era considerato dal Kgb, il servizio segreto russo,
un infiltrato, una pedina di Londra. E viceversa, emerge dagli archivi moscoviti
una segnalazione precisa sulla decisione di Hitler di attaccare la sua alleata Unione
Sovietica a metà 1941. La inviò Richard Sorge, agente sovietico a Tokyo,
specificando anche il giorno dell’attacco, il 20-22 giugno – Hitler attaccò il
22. Ma il Kgb e Stalin consideravano Sorge un “insabbiato” nella dolce vita di
Tokyo, e le sue informazioni inventate.
Umiltà – È la virtù cristiana per
eccellenza,e l’arma della conquista,
dello spirito di progresso che anima l’Occidente, il cristiano. È la tesi di
G.K.Chesterston, nel saggio “G.H.Wells e i giganti”, incluso nella r accolta
“Eretici”: “Tutto il segreto del successo pratico del cristianesimo risiede
nell’umiltà cristiana,per quanto imperfettamente essa sia stata realizzata.
Perché le questioni di merito e di ricompensa escluse, l’anima si trova così
liberata per i più meravigliosi viaggi. Se chiediamo a un uomo sano di
spirito ciò che merita, si ripiega su se sesso istintivamente e
istantaneamente. Dubita se merita anche solo sei piedi di terra. Ma se gli
domandate ciò che può conquistare, può conquistare le stelle”.
zeulig@antiit.eu
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