Tornato eleggibile
Berlusconi si meraviglia sulla sua tv che “solo 5-6 italiani su cento mi votano
alle elezioni”. E inveisce contro Di Maio. Dimenticando di averlo fatto
crescere fino a vincere le elezioni, regalandogli i comuni di Roma e di Torino
- nella capitale frantumando il suo voto per tre, con candidature tardive,
nella vecchia capitale boicottando il candidato della Lega. Mentre regalava Milano a Sala. E ora la regione
Lazio, dove fece di tutto per non far eleggere Parisi, come già aveva fatto a
Milano contro Sala – alla regione Lazio gli è bastato poco, una furbizia
minima: candidare Parisi all’ultimo minuto utile.
Un piccolo
Crono che ha divorato i suoi figli nei cinque anni di ineleggibilità – nessuno
in sua assenza. Omero lo direbbe androktonos,
uccisore di uomini.
Con la sua
bulimia ha liberato, coscientemente, volutamente, i 5 Stelle. Che si prendano
la protesta della Lega del vecchio Bossi. Ma ha svuotato anche la funzione
politica che aveva assunto nel 1994 – di cui le storie potrebbero beneficarlo: di
addomesticare le estreme, allora Bossi e i neofascisti. E potrebbe anche
perdere la Lega, che non è più di Bossi, vecchio estremista, ma di Salvini,
estremista nuovo, che non gli perdona
Torino, e Milano. Ma forse quella funzione l’ha ricoperta casualmente, in virtù
della vanagloria - del “ghe pensi mì”. Perché, alla fine di tanta saggezza
politica, resterà fuori dal governo, pur avendo vinto le elezioni con la sua
coalizione: il piatto rotto non si ricompone è accreditata certezza filosofica.
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