sabato 17 marzo 2018

Un patto con la City

Merkel dà ragione a Londra perché ha un patto di ferro con la City, con le banche d’affari. Macron perché Merkel lo ha fatto. E questo è tutto, l’Europa funziona così: è la constatazione della Farnesina.
Il sostegno dell’Italia non è richiesto da Londra, è altra constatazione del ministero degli Esteri. Anche questa non una novità: era scontato che Londra assumesse questo atteggiamento verso l’Italia. Che però potrebbe nuocere a Londra, si dice, in più modi.
I modi non si dicono, ma si fa capire che sono legati alla fattispecie – la disinvoltura della polizia e dei servizi segreti britannici – e il negoziato per la Brexit. Lo scandalo dei russi avvelenati dovrebbe creare una solidarietà, di cui Londra si attende di beneficiare nel negoziato. Ma le due cose non avrebbero alcun legame. Quanto alla polizia britannica, la sua inefficienza è da tempo data per scontata.
Contatti sono però avviati con banche e fondi britannici. Per sondarne gli umori in rapporto alla prevedibile nuova crisi del debito pubblico, se il voto del 4 marzo non produrrà un governo stabile, e non anti-europeo. Due condizioni difficili da realizzare, e quindi un’offensiva al ribasso è temuta. Con effetti minori che nel 2011 – l’esposizione del debito sui creditori esteri è quasi dimezzata. Ma sempre sostenuti.
Una trattativa a distanza. Non facile. L’unica carta a disposizione della nostra politica estera è la condizione di bisogno in cui versano i conservatori, e i banchieri dietro di loro, di fronte allo spettro Corbyn, il laburista radicale: Theresa May ha assoluto bisogno di un successo nella questione delle spie. In aggiunta all’atteggiamento della Ue in materia di Brexit, cui l’Italia concorre con peso non trascurabile.

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