Il 14 marzo 1972 l’editore Giangiacomo Feltrinelli, da
tempoalla amcchia come guerrigliero, saltò in aria su un traliccio a Segrate
che tentava di sabotare, per lo scopio anticipato dell’ordigno, o per
imperizia, per errato maneggio desso steso. Naturalmente non manarono le tesi
di un’esecuzuone dellì’editore, da parte dei servizi segreti italiani, o di
terroristi di destra. Ma con giudizio: i suoi comapgni non si sentivano di
escldudere l’incidente.
Ceccato ora argomenta una duplice accoppiata:
Feltrinelli fu fatto saltare dai servizi, tramite un estremista fascista,
Berardino Andreola, che si era infiltrato nella sua cellula professandosi
maoista. Che è un po’ troppo, anche a ritenere Feltrinelli un cretino, politico
s’intende.
Ceccato è un po’ specialista di questo
Andreola. Che però è persona da poco. Questo è il secondo o teerzo libro che
scrive su di lui, facendolo protagonista di vicende oscure. E certo è
affascinante che ci sia gente che compra libri su Andreola. Ma con pena.
Non si sono ancora spenti i “retroscena” sul
delitto Moro che riemerge Feltrinelli. In ricostruzioni dettagliate, con
perizie, documenti, qualche notizia anche, per ricostruzione naturalmente
appassionanti. Come pure no. Ceccato è anche specialista di “casi”, Piazza
Fontana e Mattei prima di Feltrinelli. Molro frequentati prima di lui, ma
evidentemente non stancano mai. Sono scritture
circostanziate, che si leggono in effetti come un Poirot – “vediamo se
Poirot alla fine lega i fili”. Ma applicati alla storia e alla politica danno
un po’ fastidio: tutto è verosimile, nulla è vero. Il contarrio dell’assunto di
questo tipo di libri.
Egidio Ceccato, Giangiacomo Feltrinelli. Un omicidio politico, Cstelvecchi, pp. 276
€ 17,50
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