Un macigno della preistoria, anche se ci sono ancora principi che si fanno
le cameriere, riedito dalla Biblioteca di via Senato qualche anno fa forse come
classico dell’umorismo malgrado la cura editoriale (non un errore di stampa
nelle lunghissime citazioni in latino, tedesco, francese). Più pesante di
Schopenhauer, malgrado il poco peso specifico: “La donna è preda”,
“l’antifemminismo del femminismo”, etc.
O è Rensi, benché perseguitato politico, il filosofo che manca del
fascismo, più e meglio di Gentile? Autore di “Filosofia dell’autorità”, “Il demiurgo”,
“Teoria e pratica della reazione politica”, ha filosofato prima di questo
“breve saggio sulle disarmonie naturali”.
Giuseppe Rensi, Critica dell’amore, Biblioteca di via del Senato, remainders, pp. 161 € 4,90
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