Lui di suo si voleva Gogol. In un’intervista con André Parinaud, che
gli proponeva come modelli Balzac, Gogol e Dostoevskij, decideva rapido: “Certamente
Gogol”. E di Gogol “le «Anime morte», senza dubbio, e soprattutto lo spirito creativo
di Gogol, il suo modo di ricreare il mondo”. Lui stesso a seguire proponendo: “Come
secondo padrino prenderei Cechov”.
Dunque, un po’ ci prende in giro, non è l’Autore che ci tormenta
perché tormentato – a parte il fatto, vero o inventato che sia, che non lasciava passare
giorno senza una donna, meglio prostituta.
La storia è del plat pays
di Jacques Brel, in tutte le stagioni un pantano. Di abiezione ordinaria. Per
di più svolta in fiammingo, per dire una lingua incomprensibile – uno degli
exploit della narrazione è di “tradurre” l’incomprensibile: tutto è torbido, ma
non sappiamo cosa.
Georges Simenon, La casa sul
canale, Adelphi, pp. 161 € 10
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