Centro - È scomparso in Italia, il centro politico, o
il centro è in Italia ubiquo? Al centro degli interessi, personali, familiari?
O per l’amico?
Fino al 1992 i flussi
elettorali non variavano in Italia che di un 5 per cento, fra due milioni e due
milioni e mezzo di elettori Che spostavano
governo, fra centro-sinistra e centro-destra, ma sempre ancorati al centro.
Dal 1994 in poi il voto mobile si è ingrossato di tre e quattro volte, contando
anche quello che si astiene. La verità è
che il centro politico non era – non è – “organizzato”: censito, seguito, mobilitato.
È un sentiment,
ch ora è o inespresso (astensione) o agitato (balzi elettorali), in Sicilia
anche da un mese all’altro, tra le Regionali 2017 e le politiche 2018).
Africa cinese – La Cina è il
maggiore investitore in Africa. In infrastrutture. E in industrie. Ha partecipazioni
nelle maggiori riserve minerarie. Il litio, con cui si fabbricano le batterie
della futura mobilità elettrica, è in Africa di proprietà cinese al 90 per
cento.
Si
dice la presenza cinse in Africa decennale. A partire dai primi investimenti
finanziari e industriali. Ma la Cina si era presentata in Africa negli anni
1970 ovunque, dalla Tanzania allo Zaire. In teoria a sostegno delle guerre per
la liberazione dell’Africa. Di fatto n funzione antisovietica, in Africa come
in Asia, e anche in Europa - con successo in Albania. Più che in armi e “volontari”,
peraltro, la presenza cinese in Africa già allora si dispiegava in campo
economico, con molta manodopera, qualificata e a basso costo, per le infrastrutture – strade, ponti, dighe.
Grande Balzo – S’intende
quello cinese, il Grande-Balzo-in-Avanti, decretato da Mao sessant’anni fa, nel
gennaio 21958, che ha provocato la più
mortale carestia della storia: fra 30 e 60 milioni di cinesi morirono di fame in
tre anni, più dieci milioni di profughi verso la Manciuria, su una popolazione
cinese allora di 650 milioni. Otto milioni nello Henan, otto nell’ Anhui, sette
e mezzo nello Shandong, nove milione nel Sechuan.
Mao
voleva raggiungere in un colpo il benessere occidentale, con un colossale sforzo
autarchico – erano gli anni in cui la Cina era isolata, anche nel sistema
sovietico. Le campagne, deprivate di risorse (sementi, concimi, utensili), condannarono
a morte la popolazione agricola, e quella urbana in conseguenza, poco rifornita
di prodotti di prima necessità.
Sul
fallimento del Grande Balzo s’innestò la Rivoluzione Culturale, con le Guardie
Rosse e quella che sarà poi condannata come Band a dei Quattro, e i campi di concentramento
(laogai) per 40 milioni almeno di
cinesi. Il Grande Balzo è tema ancora tabù in Cina. Non nei libri di storia, né
in dibattiti pubblici.
La
nuova politica era stata preceduta dalla cosiddetta “campagna dei cento fiori”
all’interno del partito (“che cento fiori fioriscano, che cento scuole di
pensiero gareggino” era lo slogan di Mao), per mantenere elevato il ritmo di
sviluppo intrapreso dall’economia con il primo piano quinquennale. Altri sviluppi
Mao non ne vedeva. Un prestito americano, negoziato da Ciu Enlai nel 1956, all’ultimo
era stato bloccato da Washington – l’America, disse Mao, non è disposta a dare “un
pasto gratis” alla Cina. E l’Urss, con cui c’erano comunque frizioni, era
impelagata nelle rivolte europee. Due
anni dopo fu lanciato il trasferimento del risorse dall’agricoltura all’industria.
Né
c’era solo il fronte interno. A cavaliere del 1960 Mao volle accelerare anche l’accreditamento
estero della sua Cina. Contenziosi erano aperti con gli Usa su Taiwan, con l’India
sul Tibet, occupato dieci anni prima, col l’Unione Sovietica nella regione
autonoma del Sinkiang, a maggioranza uigura.
Impero L’organismo politico forse più duraturo. – e
probabilmente si può anche argomentare se non sia stato il primo, sulla base
della patria potestà. Dell’unità tribale-sociale gerarchica estesa
successivamente all’esterno: la conquista come suo ampliamento. La storia è
storia di imperi: in Cina, in India, in Egitto, nella Mesopotamia, in Persia. E
poi a Roma, e nel Sacro Roman o Impero, per quanto volatile. In Spagna, in Inghilterra,
in Russia. – la Germania ci ha provato due volte e ha fallito l’occasione.
L’impero
americano non è dichiarato, ma si vuole mondiale: gli Stati Uniti sono di ogni tipo
di conflitto, in ogni luogo.
Italia – L’impasse
politica si può vedere anche in questo modo. Che un italiano su due è un ex
fascista o un ex comunista. E dell’altra
metà, molti sono loro figli. Che, anche se contrari, hanno mediato un certo
modo di intendere la politica: messianici, faziosi. Il fascino ch legava
entrambi i fronti è obsoleto, dopo il
crollo, o spento, e forse non c’è nemmeno nostalgia, ma l’abitudine mentale sì,
al votare “contro”, al tanto peggio tanto meglio, alla Repubblica mai veramente
riconosciuta.
La
democrazia viene con le generazioni. Viene col voto, ma dopo alcune generazioni.
“ Fuori dai palazzi e salotti sempre più
prudenziali e fossili, si possono ascoltare posizioni popolari molto risolute.
A Genova, in una lotta armata corpo a corpo, un colpo può scappare a chiunque,
e le vittime saranno sempre a caso. Ad Arezzo, c' era l' autostrada, in mezzo.
E passeggiando nei quartieri di destra: se le squadracce tifose avessero
attaccato le sedi della polizia e del 113, il Duce avrebbe fatto intervenire l'esercito,
e qualche morto e qualcuno in carcere sarebbero stati sufficienti. Ma a
sinistra: basta con i buoni sentimenti vocali e strumentali e mediaticamente
corretti, per i problemi grossi e veri bisogna pagare di persona e di tasca
propria. E andare non alle feste ma nelle baracche, portando soldi in contanti,
offrendo ospitalità concreta. E non solo anime belle con parole politicamente
buone. Idee ormai confuse, forse?” – è Alberto Arbasino (ridotto su “la Repubblica”
alla rubrica delle lettere), 17 novembre 2007
Sesso - Il sesso è
denaro, si dice, hanno le stesse radici di possesso: chi ha l’uno non cerca
l’altro. Sarà dunque il sesso un Ersatz
per i poveri, surrogherà il denaro? Marx non ne sarebbe contento, ma è qui il
segreto del matrimonio, del suo perdurare, l’amore in quanto sesso, del
rapporto di coppia privilegiato sul lavoro e gli affari. Che sempre sono domestici
e sono vincolati. E perfino sullo studio e la lettura, che devono restare svago
a pena del delirio, sempre in agguato sui piaceri solitari. Più della procreazione,
che in un certo senso è obbligata, e può fare a meno del rapporto.
La
legge è stata a lungo contraria al sesso, la legge della monogamia: di ceto, di
clan o di tribù, di razza matrilineare per gli ebrei. La mésalliance è
stata ed è il divieto maggiore, più dell’incesto. Ma il sesso è sempre stato
più forte dei divieti: è necessario confessare una relazione carnale per ottenere
una dispensa tra parenti, o dall’interdizione tribale, sociale, religiosa.
Il sesso c’era insomma, era più forte della
legge, e ora soccombe al legalismo igienista dell’America: se si fa è per
purgarsi.
astolfo@antiit.eu
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