Coburgo – È la culla delle famiglie regnanti europee, a Londra e a Bruxelles. E indirettamente di tutte: si considera “casa madre di diverse monarchie europee”, dice wikipedia, tra esse “i discendenti di Leopoldo I del Belgio e in Gran Bretagna i discendenti del principe Alberto, marito della regina Vittoria”. È la principale vena ereditaria del casato sassone dei Wettin, che governò i Ducati ernestini, compreso il ducato di Sassonia-Coburgo-Gotha, di cui il principe Alberto era il discendente.
La
prima guerra mondiale ha cambiato le discendenze. Nel 1917 re Giorgio V cambiò
il nome del casato, da Sassonia.Coburgo-Gotha in Windsor. In Belgio fu cambiato
in “van Belgie” o “de Belgique”.
Coburgo,
nel nord della Baviera, fu la culla e poi roccaforte del nazismo. Hitler vi
organizzò la prima “Giornata tedesca”, ottobre del 1922, nella quale fecero la
prima apparizione pubblica le SA. Hitler stesso viaggiò da Monaco in treno speciale
con la scorta. Le SA sfilarono e
manganellarono, riscuotendo grande successo. Dal giugno 1929 Coburgo elesse il
primo consiglio comunale a maggioranza nazista.
Europa-Asia – L’approccio
dell’Unione Euroepa all’Asia è molto diverso dal progetto Eurasia: va su più
direttrici, non è unitario e nemmeno coordinabile, ed è difensivo invece che
espansivo, una sorta di sbarramento contro il protezionismo (imperialismo)
americano, più spesso di rimbalzo, l’iniziativa essendo asiatica.
Contro
il protezionismo americano è Pechino che chiama l’Europa,prospettando un asse
con la Germania: “Cina e Germania possono usare l’influenza globale per contrastare
l’ondata protezionista Usa”. Ma nel mentre che Angela Merkel, varando il nuovo
governo, lanciava una strategia concorrenziale, una “competizione aperta”, con
la Cina.
Meno
controverso, ma vago, l’asse India-Francia, che Macron avrebbe stabilito col
presidente indiano Narendra Modì. Col quale avrebbe concordato operazioni
militari – non definite. Forte della presenza nelle isole Mayotte e Réunion, e
delle due basi militari che, a Gibuti e negli Emirati Arabi (ad Abu Dhabi, una
base voluta da Sarkozy dieci anni fa). In chiave di contenimento della Cina,
anche se non dichiarata. Ma nello stesso momento in cui Modì lanciava l’ipotesi
di una “stabilizzazione
con la Cina”. Mentre si reca a incontrare il presidente cinese Xi,
timoroso del rapporto privilegiato che la Cina potrebbe riprendere con gli Usa,
e ha ripreso con la Russia che l’Europa tiene in punta di bastone. In questo
caso le contraddizioni sono anche indiane.
La
Cina continua invece la pressione sul’Europa, con investimenti diretti nel’ex
Europa Occidentale, nel gruppo 16 + 1, che raggruppa tutti i paesi ex
comunisti, undici dei quali membri dell’Unione Europea. E porta avanti con
determinazione, con costanza, il progetto Via della Seta, del collegamento stretto
della sua economia a quella europea. Novecento progetti già individuati per 900
miliardi di dollari, 50 dei quali già impegnati – il piano Mrashall “valeva”
100 miliardi di dollari, ai valori attuali. Il progetto complessivo di
innovazioni e miglioramenti infrastrutturali (Bri il nome proprio, Belt and
Road Initiative)), di porti, aeroporti, strade e ferrovie, dovrebbe assestarsi
fra i 1.000 e i 1.400 miliardi di dollari.
In
Italia si susseguono le “presentazioni” del progetto mentre si moltiplicano gli
investimenti diretti. Molto interesse si è manifestato per i porti. Dopo aver
preso il controllo del Pireo, il maggiore scalo greco, la Cina ha investito a
Vado ligure, ed è interessata a Trieste, Venezia e Genova.
Complessivamente,
tra Europa, Turchia compresa, e Israele, ha investito nei porti oltre 3 miliardi
di euro: a Ashdod, Haifa, Ambarli, Anversa, Rotterdam, Zeebrugge, Bilbao e
Valencia, oltre che a Vado e al Pireo.
Nel
Mediterraneo, l’area “Mena”, Mediterraneo-Nord Africa, l’interascmbio è passato
dai 20 miliardi di dollari del 2001 a 245 miliardi nel 2016.
Germania – Dai seicento
milioni di tedeschi programmati da Hitler per il 2.400 torna ai 60 milioni della
repubblica di Bonn? La Germania ha accusato un calo demografico di ben due
milioni di unità in dieci anni, malgrado il raddoppio degli immigrati
nazionalizzati.
Hindenburg – Il vecchio
maresciallo, ultimo presidente della Repubblica di Weimar, passa per quello che
ha portato Hitler al potere. Invece è quello che lo ha sempre osteggiato. Anche
quando il furuo Führer era
spalleggiato dallo Zentrum moderato, e indirettamente dai comunisti. Lo ha infine
proposto vice-cancelliere in un governo di centristi per indebolirlo – Hitler
non accettò. Nel successivo governo fece tentare una scissione del partito
nazista, offrendo il vice-cancellierato a Gregor Strasser. Incaricò Hiter
quando questi infine vinse le elezioni, dopo avere ampiamente fluttuato nelle
elezioni precedenti. E sempre nell’ottica di asservirlo ai centristi. Che però
non vedevano l’ora di asservirsi a Hitler - il Centro è un’illusione?.
Lutero - Era, è stata a lungo,
un fato locale. Si è celebrato il quinto centenario della sua sfida a Roma come
di una rivoluzione. Ma due anni dopo si analizza per quello che fu: un ripetitore
semmai dei vizi che denunciava, amplificati. Dell’uso strumentale della religione.
Molti
media americani si sono interrogati, e continuano a farlo, sull’appoggio degli
evangelici Usa a Trump. “The Nation giunge a fare di Lutero il padrino di
Trump: “Come gli evangelici hanno aperto la strada a Trump”. Spiegando: “Lo hanno
votato in massa e continuano ad appoggiarlo”. Una militanza che il settimanale riporta
a Lutero: “Nelle sue feroci idee, nel linguaggio veemente, e lo stile
intellettuale combattivo, Lutero ha prefigurato l’odierno evangelicalismo”.
I
suoi meriti resteranno altrove, e più come uomo di lettere. Quale quello che ha
assestato la lingua tedesca, con la traduzione della Bibbia e con gli inni. Polemista
anche leggibile, benché aggressivo, negli scritti sul libro arbitro e contro
Erasmo, in quelli contro gli ebrei, o contro la tolleranza.
Stalingrado – Fu una battaglia
difensiva, gli assediati erano i tedeschi e non i russi: le truppe tedesche si difendevano
dall’assedio dell’Armata Rossa. La VI Armata tedesca era stata indirizzata
nel’estaet del 1942, subito dopo il lancio dell’operazione Barbarossa, alla
conquista di Stalingrado, per aprire la conquista del Caucaso e dei giacimenti
di petrolio del mar Nero. Ma era presto diventata a sua volta preda. A ottobre la
conquista di Stalingrado era cosa fatta. Ma si rivelò una trappola: un mese
dopo la VI Armata in città era circondata dall’Armata Rossa.
Il
22 novembre il cerchio si chiuse. Stalingrado era lontana dalla linea del
fronte. I rifornimenti furono comunque tagliati, e la VI Armata fu ridotta a
dipendere dai lanci aerei, per l’approvvigionamento e le munizioni. Hitler
ordinò al comandante dell’Armata, von Paulus, di resistere fino alla fine,
bloccando subito ogni strategia di sottrarsi all’accerchiamento, tentando
l’uscita dalla sacca. Circa 250 mila soldati restarono accerchiati per mesi. Il
18 gennaio ogni apprestazione difensiva era abbandonata, e la VI Arnata si ridusse
al solo ambito urbano.
Hitler
ordinò di combattere fino alla “morte eroica”. Ma il 31 gennaio Paulus si
arrese con la curva sud
dell’accerchiamento. La curva nord seguì il 2 febbraio. Novantamila
tedeschi furono fatti prigionieri – pochi sopraviveranno. Oltre 150 mila erano
morti di fame, di freddo e sotto l’assedio.
Due
settimane dopo la resa di Stalingrado, Goebbels lanciò la “guerra totale”:
tutti i cittadini maschi fra i 16 e i 65 anni, e tutte le donne fra i 17 e i 45
erano mobilitati per al difesa del Reich. La penuria di manodopera che si fosse
eventualmente cerata per questa coscrizione allargata si sarebbe risolta col
reclutamento forzato di lavoratori nei paesi occupati.
Tirolo – Si vuole quintessenza e baluardo
del germanesimo. Ma Hitler ne aveva programmato l’emigrazione in Crimea. Non di
tutti, dei “tirolesi di Bolzano”, i Sud Tirolesi, che avevano optato per la
Germania nel ’39 - “i goti sopravvissuti alle glaciazioni”. Nel quadro di un
ripopolamento della penisola, ripulita dagli ebrei, con “ariani”. Era un
progetto della coppia Altheim-Trautmann, una fotografa che amava il letto e un
archeologo, che si fecero molte vacanze spesate da Himmler, nel quadro del suo
progetto Ahnenerbe, la ricerca degli avi. Viaggiarono in Tibet, Siria, Iraq e
Romania, dappertutto trovando tracce germaniche. Dalla Romania, affacciandosi
sul mar Nero, proposero di ripopolare di “ariani” la Crimea, molto più
fascinosa della costa rumena.
astolfo@antiit.eu
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