Un film parlato. Costruito sulle immagini, assicura il regista,
sulle quali poi nel montaggio ha costruito i dialoghi, ma sono tre ore
d’interminabile loquela. Di temi heideggeriani, o volgarmente di letto, e
retroterra scandinavi, “Peer Gynt”, Ibsen. Chiacchiere a valanga del
protagonista, Paul, un instacabile Mathieu Amalric, migliaia di pose. E dei
suoi amici. Soprattutto delle sue amiche. Che vediamo dal punto di vista di lui, ma tutte per
qualche aspetto di lui dominatrici. Della sua volubilità, di adulto ragazzo,
cresciuto per motivi che non sappiamo nemico della madre.
Regista da festival, non distribuito in Italia, Desplechins rifaceva
nel 1996 Woody Allen, “Manhattan”, di
quindici anni prima, film di culto. Così presenta questa “Vie sexuelle”. Woody
Allen che a sua volta rifaceva Bergman – di fatto Antonioni. Si potrebbe dire
il Circolo del Film d’Autore – o della Nato del cinema, un circolo
transantlantico. Un po’ pesante, cioè: con l’handicap dell’avanguardia, la
ricerca di nuove modalità espressive, senza più la gratificazione di
identificarsi in una élite, per
quanto faticosa.
Come Allen con “Manhattan” (Diane Keaton, Meryl Streep, Mariel
Hemingway, Karen Ludwig, Anne Byrne Hoffman, Michael Murphy), Desplechins ha però
il merito retrospettivo di aver fatto debuttare o valorizzato gran numero di
giovani promesse: Emmanuelle Decos, Chiara Mastroianni, Jeanne Balibar, Marion
Cotillard, e Amalric. Soprattutto, si gode come un reperto, di tempo
immemorabile, anche se recente.
Curioso è infatti l’effetto donna, in questa visione posposta di
ventidue anni: oggi non solo non sarebbero possibili ma neanche immaginabili
personaggi femminili e relazioni ragazzi-ragazzze come allora. Quando peraltro
la liberazione era un fatto compiuto da almeno una generazione. Tre ore di
dialoghi maschi-femmine sono impensabili, anche tre minuti a quella intensità.
I temi, e anche lo stile, sono da “Relazioni pericolose”, Settecento: ancora
vent’anni fa quindi moneta corrente, oggi archeologia - 1996 è pur sempre un altro millennio.
Arnaud Desplechin, Comment je
me suis disputé… ma vie sexuelle, Rendez-Vous, settimana del Nuovo Cinema
Francese
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