Il “tutti a
scuola” si intende come a una guardiania: stiano lì invece che soli in casa,
che non si può, o come si diceva una volta per la strada. Ridotta, svanita, la
funzione formativa – disciplinare e pedagogica. È questa la novità.
Il bullismo c’è
sempre stato tra i ragazzi. Caserme e università lo avevano anche
istituzionalizzato – si sono dovute fare leggi contro il “nonnismo”. Ci sono
sempre stati atti violenti anche a scuola, contro i più deboli – più piccoli,
remissivi, handicappati. Nel libro “Cuore” e nella memoria di ognuno. Specie nell’adolescenza,
ma anche prima, a partire dall’asilo, per problemi caratteriali, familiari, di
formazione sociale. Ora c’è anche tra le ragazze – normale, è uno degli esiti
del femminismo.
Puericultrici e
insegnanti hanno sempre avuto come compito, oltre l’insegnamento, la vigilanza:
contro liti e prevaricazioni – la vecchia disciplina. E dove il singolo
educatore non ci riusciva, per inesperienza o debolezza di carattere, supplivano
gli altri insegnanti e la scuola.
C’era anche un
altro rapporto scuola-famiglia. Nel senso che la famiglia delegava la scuola
con fiducia – salvo riprendersi il figlio e cambiare scuola se insoddisfatti. E
non la contestava come è oggi l’uso. Nelle tante assemblee e nei social, di
classe, d’istituto, di amicizie. Quando è chiaro, scontato, che la violenza del
bambino-ragazzo riflette situazioni “difficili” all’interno della famiglia, nei
rapporti tra i genitori e dei genitori con i figli, o tra i figli.
La scuola oggi
è invece avulsa dalla sua funzione, da ogni funzione. Remota, burocratica, “collegiale”,
indifferente, oggettivata in questionari assurdi – per evitare il Tar. Un mero
soggetto burocratico che si amministra formalisticamente, in un’ottica di penuria:
insegnanti vincolati a orari sovrumani, pon astrusi, invalsi altrettanto astrusi,
carte e carte da riempire di nessun uso. Perfino le ore d’insegnamento sono
ridotte, di insegnamento effettivo. Il preside è remotissimo, figura peraltro
svanita, mero responsabile contabile. La pedagogia ridotta a interminabili
consigli a catena, di classe, di disciplina, contabili, d’istituto, di
distretto, di distaccamento, genitori, genitori-insegnanti.
Questo è l’effetto di una insorgenza democratica confusa. E di leggi che mirano a indebolire la scuola pubblica - è di questa che si parla. Anche da parte di governi che si dicono suoi protettori, per una cattiva digestione del verbo liberistico.
Questa presunta democrazia ha annullato il ruolo e la competenza magisteriali. Che forse però, almeno in parte, si sono autoeliminati, e questo spiega la sfida agli insegnanti. In una con lo scadimento di tutte le funzioni dell’Auctoritas nelle società amorfe (“liquide”), nell’inconsistenza-inesistenza.
Questa presunta democrazia ha annullato il ruolo e la competenza magisteriali. Che forse però, almeno in parte, si sono autoeliminati, e questo spiega la sfida agli insegnanti. In una con lo scadimento di tutte le funzioni dell’Auctoritas nelle società amorfe (“liquide”), nell’inconsistenza-inesistenza.
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