martedì 17 aprile 2018

L’America è un altro mondo – addendum

Aggiornamenti s’impongono al post di sei mesi fa,

Il “New Yorker”, che ogni giorno posta sul sito due o tre aricoli contro Trump, paragona il papa Francesco a Trump.
L’ex capo della Polizia federale Comey va in tv per dire il presidente eletto un “capomafia”. Complimentato dai media. È sempre western, nel 2018,  New York.
Hanno una dozzina di polizie.
Hanno la pena di morte, come la Cina, come l’Iran, o l’Arabia Saudita.
Si dicono puritani ma per fare bordello.
Denunciano intrusioni nella loro vota privata da parte dei social media che loro stessi hanno creato e alimentano.
È un popolo di avvocati(cchi) – i paglietta si sono trasferiti a New York.
E di franchi tiratori.
Ai presidenti di preferenza, e a ogni persona che si distingua. A opera delle polizie di Stato e delle polizie private.
Ma si ammazzano tra di loro liberamente, anche a opera delle polizie. La libertà di uccidere è uno dei fondamenti costituzionali, è il morto che si deve giustificare.
370 milioni di armi da fuoco, dalla pistola al mitra, sono in circolazione, per una popolazione di 320 milioni di persone. Due terzi delle armi sono in dotazione al 20 per cento della popolazione: settanta milioni di americani girano con 240 milioni di armi, tre-quattro ognuno.
Gli americani, 4,4 per cento della popolazione mondiale, rappresentano il 42,2 per cento dei civili armati nel mondo.
E da ottant’anni sono sempre in guerra, in tutti i continenti e subcontinenti. Anche nei deserti, e contro piccole isole indifese, piccolissime. Ma solo sanno fare la guerra aerea, poco onorevole (la potenza dei soldi), solo rovine.
I media non sparano, ma sono sempre a caccia di cinghiali da abbattere, piacciono molto.

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