venerdì 6 aprile 2018

Missionari in caserma

Restano in caserma le missioni di pace che l’Italia si è autoassegnate (su consiglio francese?) in Niger e in Tunisia. I governi del Niger e della Tunisia, cortesi, hanno pregato di soprassedere.
Come si arriva a certe decisioni, evidentemente avventate? I corpi militari ardono per le missioni di pace, se le contendono. Una missione di due o tre anni è un investimento comodo, con poco o nessun rischio, risparmio medio 60 mila euro l’anno. Ma la diplomazia? Ma i ministri che ogni giorno vanno a incontrare i loro colleghi europei? Non capiscono o fanno finta?
La stupidità non è da scartare. Al tempo del presidente Saragat l’Italia decise che doveva salvare l’India dalla fame. Era d’estate, e le mandò i surplus cerealicoli dell’annata. Un buonissimo affare, almeno per l’Italia, che allora coltivava il grano e ne produceva in abbondanza, e per gli armatori. Non per l’India, che mangia riso, e i sacchi di frumento lasciò a marcire sulle banchine dei porti. Dove navi italiane le avevano trasportati.
Le missioni di pace sono discutibili. Sono inutili, quasi semrpe, e costano. Ma un requisito minimo devono avere: che non siano contestate dove si recano.

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