Aggiornamento – Desueto, anche nella formulazione-accezione ecclesiastica, mentre è il dato culturale dominante. Costante, quotidiano. Di oggetto in oggetto, di uso quotidiano, di tecnica in tecnica, e di aggiornamento dell’oggetto e della tecnica.
È anche una forma di analfabetismo di
ritorno: l’aggiornamento quotidiano è una sorta di formula mefistofelica per
sancire la debolezza (incapacità, stanchezza, rifiuto) del soggetto. Uno stress test continuo e non innocuo, come
quello che la Nouy delle banche impone alle banche, che le stressa cioè prima
di sottoporle a prova, per il fatto stesso della prova annunciata\minacciata.
È una forma di asservimento e non di liberazione.
Il sé non si ricompone mai, sempre sotto tensione. Il dominio delle cose non è
innocuo, della tecnica.
Destra-sinistra – Terminologia
vecchia, vecchissima,antidiluviana, anche se si teorizzava fino a qualche anno
fa, da Schiavone dopo Bobbio. Il populismo sovverte tutto: cose di sinistra
avocate dalla destra politica, temi (diritti) civili, frontiere (protezionismo,
immigrazione, sovranismo), sicurezza, reddito. Mentre la sinistra è di destra
classica: liberista, finanziaria – la destra direbbe, più giustamente, usuraia.
Dio – È
“giustizia” – anche giustizia. Un’etimologia comune non è ardua.
Heidegger – Avrà visto
giusto anche nelle “applicazioni pratiche” della sua riflessione. Dove più è
risentito come sbagliato – a parte il nazismo. Nell’avvento della tecnica letto
come dominio e anti-umanismo. Nell’impersonificazione americana di questo
dominio. Nello svuotamento del politico
- della politica. Opera di uno che si
commuoveva per Hitler – “quando Mussolini va da Hitler in aereo fa la storia” disse
nel 1934 (in “Logica e linguaggio”, il corso estivo del 1934, su “La logica
come domanda sull’essenza del linguaggio”), perché il Führer era andato a trovare il Due a Venezia in aereo.
Liberale – È al fondo
anarchico, come voleva Einaudi, e anche von Hajek, più che conservatore. Liberal nell’accezione americana, e non conservatore
come è stato in Italia nello spettro partitico-politico (eccettuata la fazione radicale),
ed è in Giappone, Germania e in Gran Bretagna. Sui diritti civili, e anche sui
diritti di proprietà. È il propellente dell’individualismo, moderato dalla
socialità (minoranze, sfavoriti, bisognosi – gli aiuti allo sviluppo furono
proposti e imposti nel 1983 al governo Colombo dai radicali). Non è una
posizione o un preconcetto totalizzante: Il pensiero liberale diffida – diffiderebbe
se ancora ce ne fosse uno – del liberismo economico: lo regolerebbe, poiché è potenzialmente
è distruttivo. L’individualità si protegge.
Machiavelli – Lo scrittore
Giono, che ne lesse anche le commedie, la corrispondenza, le “Storie
fiorentine” e “L’arte della guerra”, lo vuole “matematico: “La
generosità non esiste. Calcolo, punto e basta”. Dice cosa avviene, come avviene,
non ne ricava una morale. Rivoltante? “Allora anche la matematica è rivoltante.
A volte si vorrebbe che 2 e 2 facessero cinque o tre, ma 2 e 2 fanno 4”. Realistico:
“Molto prima di Burke detesta l’astratto, e molto prima di lui ha un pensiero
spoglio di ogni forma di retorica”. Come intuì Stendhal, “Machiavelli ci fa
conoscere l’uomo”: “Molto prima di Tocqueville, sa che la democrazia porta
naturalmente al despotismo. È più onesto di Hobbes: tiene conto delle
passioni”. È “l’anti-ciarlatano”. Anche perché, aggiunge Giono ripetutamente, “Spinoza ha torto: per la salute, l’odio è
meglio dell’amore”.
Percezione – È la “realtà”,
a tutti gli effetti pratici, nell’accezione moderna, di Cartesio, Locke. Di più
oggi, ovviamente, nella realtà virtuale. Pur essendo soggettiva – personale e
di gruppo (opinione pubblica). Negli eventi catastrofici o epocali e in quelli
minimi, dalla sensazione del freddo, o del caldo, alla concezione del nemico. E
nei fatti estetici, storici. È decisiva per l’opinione pubblica, e quindi per
il voto, la democrazia, anche l’economia entro limiti
Scetticismo – “Una vittoria
di Pirrone” enuncia a un certo punto lo scrittore Jean Giono nelle “Note su
Machiavelli”. Lo scetticismo in effetti ne fa in continuo, è il suo metodo – un
modo di riproduzione: è una filosofia facile..
Politicamente corretto – È
il benpensantismo aggiornato, sempre borghese. Della neo borghesia “civile”,
che si presume cioè non di censo ma intellettuale. Ma sempre
autocertificandosi, ed escludendo.
Il successo elettorale del “vaffa”, di un
italiano su due, e forse di sei su dieci, è una reazione in forma di anticorpo
proprio al politicamente corretto più che a delle cose specifiche.
Rete – Il trionfo del’impersonale – del man, del si. Un mondo ridotto a “discorso”, e a un “discorso” senza soggetto
– oppure sì, ma allora grande e indistinto, il Grande Fratello. Più forte e
resistente perché è - anche – un veicolo di esplorazione e avventura:
conquistatore e liberatore. Certamente cambia l’ordine del discorso. Sia nelle
applicazioni pratiche: la memoria (facebook), la comunicazione (tweet,
instagram, i likes, i commenti), i consumi, la propaganda (influencer). Sia
nella strumentazione. Un quesito a google porta una serie di risposte che
aprono mille frontiere: è il vecchio gioco della narrativa fantasy
moltiplicato, e senza la barriera del quesito alternativo agli “incroci”, il
giocatore è preso al laccio surrettiziamente . Vi si lascia anche prendere,
essendo il gioco apparentemente inoffensivo, se non per il tempo perduto, mentre
è un’altra forma della conoscenza che prende piede, per causalità indefinite,
cioè senza causalità.
zeulig@antiit.eu
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