sabato 19 maggio 2018

America Latina autoviolenta

Il Venezuela va a votare. È un paese impoverito e anzi affamato, ma non può votare che Maduro, che lo ha impoverito e affamato. C’è qualcosa che non funziona nel dna delle popolazioni latino-americane, dal Messico all’Argentina. Paesi tutti che hanno dei problemi, e non li risolvono, anzi li peggiorano.
Sono paesi come gli altri, terre di problemi e opportunità. Ampiamente europeizzati, quindi legati al mondo più ricco, fino a qualche tempo fa, e più “progredito” - civile, democratico, ugualitario. Alcuni sono parte dei Bric, quelli che stanno per farcela, a entrare nel gruppo dei paesi economicamente forti, a giungere a un reddito pro capite nella media dei paesi industrializzati. Prima l’Argentina, poi il Cile e il Brasile, ora il Perù. Ma senza un tessuto connettivo stabile.
Delle 50 città più violente al mondo, 42 sono in America Latina – 17 nel solo Brasile, 12 in Messico 5 in Venezuela, 3 in Colombia, 2 in Honduras, 1 in Guatemala e El Salvador – più la Giamaica. Si uccide per droga, per mafia, per la politica, e anche per niente. Con tassi altissimi, dal 5 all’11 per mille abitanti. La celebre Acapulco in Messico è la terza città al mondo per densità di assassinii, 107 per ogni 100 mila abitanti. La violencia si è perfino predicata in chiesa, seppure a fini “rivoluzionari”.
Non solo il Venezuela, o Cuba, o il Nicaragua non possono avere un governo liberamente eletto. In Brasile, sotto le apparenze, è la stessa cosa: i presidenti eletti vengono regolarmente rimossi, a favore di questo o quell’interesse. Mentre in Messico “regna” da sempre lo stesso partito, solo di nome Repubblicano. Il Perù non ha più da quasi cinquant’anni un presidente che non sia finito in prigione – dismessa la carica. Il Guatemala (ha già un comico a capo del governo), lEcuador di Moreno che faceva festa col papa Francesco, un piccolo dittatore come tanti, o la Bolivia non si governano meglio.
Della corruzione è vano parlare, tanto è diffusa.
Usava incolpare la “conquista”. Ma è un evento remoto. E dunque? Il sangue non c’entra, il razzismo non ha basi. Ma la razza c’è, è un dato: i popoli sono diversi. Per linguaggio o mentalità -  accumulo storico socializzato. Che ha evidenti riflessi nella fisiologia: emozioni, passioni, riflessi condizionati.  

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