venerdì 18 maggio 2018

Contro Roma prima della guerra, del 14-18

Un vero pamphlet. Nella lingua tagliente del Papini giovane ancora ai trent’anni. Che già aveva avuto modo di scagliarsi contro Roma, nota l’editore, in varie pubblicazioni: su “Critica e azione” nel febbraio 1908, su “La Voce” nel 1908-1909, sul “Leonardo” e le “Memorie d’Iddio” nel 1911, e l’anno successivo in “L’altra metà”. Di tutte fa un concentrato in questo testo, che fu letto a una seduta marinettiana, col titolo “Contro Roma e contro Benedetto Croce”, la sera del 21 febbraio 1913. A Roma. Al teatro dell’Opera, il teatro Costanzi. Una sfida, che non mancò di suscitare l’attesa reazione dei romani in sala – ma Papini poté leggere tutto il suo lungo intervento.
Un attacco alla “casta”, se si vuole, alla curia papale e alle cariche istituzionali. In toni leghisti: Roma è “brigantesca e corruttrice”, torpida, incapace d’innovazione e originalità, senza iniziativa né ingegno, né senso artistico, “l’Urbe di tutte le rettoriche”. Di fatto un esempio, consueto in Papini, nella tradizione toscana ma non solo, di polemica sterile. Se non a ingigantire il polemista. Che ben s’innestava nel polemismo futurista, del futuro Cav. Grand’Uff. F.T.Marinetti.  
La prima parte è diretta contro Roma. Una seconda contro i “cristianucci”. Una terza contro Croce. Di sottile effetto comico dopo un secolo.
Giovanni Papini, Contro Roma, Elliot, pp. 41 € 6

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