mercoledì 16 maggio 2018

I cecchini di Gaza per gli ayatollah

I morti sono palestinesi, il beneficiario è l’Iran? Ultimo, unico, patrono islamico dei palestinesi.
Gli umori sono spenti nelle capitali arabe, dominate dall’islam sunnita, che è in guerra con l’Iran sciita, dal Cairo a Riad. Ma gli umori popolari che la diplomazie europee fiutano sono rabbiosi, e sono contro. Contro i loro governi, e quindi per l’islam di questi governi nemico, quello degli ayatollah. Erdogan esce dal silenzio sunnita perché è l’unico che in qualche modo dipende dal voto popolare.
I palestinesi di Gaza uccisi dai cecchini israeliani sono un monumento all’Iran. È il consenso univoco nelle capitali europee. Nel momento di una grossa perdita di peso internazionale degli ayatollah, dopo la denuncia americana dell’accordo sul nucleare e le sanzioni. Per la stessa precisione dei tiratori scelti israeliani - senza alcun danno, e contro avversari non armati.
Un monumento inciso in una memoria indelebile. La sovversione, che i sunniti hanno avuto libertà di inscenare nel mondo arabo al tempo di Obama, non sarebbe spenta anche se non si manifesta. Navigherebbe sotterranea. È un riflesso condizionato del mondo arabo - forse non  dell’Iran, il più vecchio potentato della storia, ma nel mondo arabo la vendetta è imprescindibile.
Più terrorismo è la risposta attesa. Non esclusa una vera primavera araba. Contro i regimi cioè che inscenarono quella del 2011.  

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