Contro “Conte”, cioè contro la maggioranza che lo sostiene, e il
suo ipotetico governo, ma anche a suo favore, un altro linguaggio: commenti chilometrici e sdilinquimenti
per partito preso. Di partito in senso proprio, di corrente di partito, di
orientamento, di schieramento – la sinistra, la destra, eccetera, e il
populismo. Senza contare le voci dei bene informati, dal Quirinale o da fonti
ignote. In tutte le sedi dell’informazione, giornali e tv.
Da una parte un linguaggio che si dice nuovo, e invece è chiaro.
E intelligente, cioè “parlante”, performante. Dall’altrail linguaggio dell’inerzia mentale, della
rendita. E la verità comincia dal linguaggio – si capiscono gli elettori del 4
marzo.
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