martedì 15 maggio 2018

Il sacro del profano

Un oratorio composto da Marcello Panni, parole e musica, su un’idea del cardinale Ravasi. Una lettura dell’ Apocalisse” di san Giovanni, di Elio De Capitani nelle vesti del Narratore Giovanni, e di Sonia Bergamasco in quelle della Sposa Celeste. Dove è molto di inferno, come è nell’originale, in suoni e immagini per arrivare al paradiso.
Un passaggio poco canonico, che Ravasi prova a stemperare introducendo i due tempi dell’oratorio.  – ma non può evitare la simbologia poco cristiana dell’originale, a partire dalla numerologia, del sette insistito, le sette chiese allora (80 d.C. circa) in essere, di Efeso, Smirne, Pergamo, Tiàtira, Sardi, Filadelfia e Laodicea, e del tre.  La sorpresa è la musica di Panni: musica sacra fuori dai canoni del genere. Imperniata sul sette, dice il compositore nella nota di sala, “come elemento portante ritmico e strutturale”, ma più sui suoni, molto poco orchestrali. Un organico di trenta fiati della banda dell’Esercito, e un gruppo di rumoristi di cinema aggregati articolano la musica in una sorta di linguaggio universale, degli uomini degli animali e delle cose, di effetto ipnotico. Niente arie, motivi, armonie, danze, ma un insieme trascinante, in una dimensione diversa. Un “rito sciamanico” lo definisce l’autore, “una sacralità primitiva”. Lo dice anche “una cerimonia antica e senza tempo”, ma allora in forma di lavacro, di liberazione.
Ravasi riporta la sua “idea” all’“Apocalisse” di Tarkovskij, che dell’ultimo libro della Bibbia ha speciale conoscenza come ogni buon cristiano ortodosso. La conferenza, poi libro, che il regista tenne a Londra nel 1984, lo stesso anno del suo film italiano, “Nostalghia”, spiega la sofferenza dello sradicamento, lontano dalla patria russa, dalla quale Tarkovskij era stato appena allontanato. L’evangelista Giovanni descrive nell’“Apocalisse” tutto ciò che vede, ma tace tutto ciò che vede nel libro del Settimo Sigillo. Una voce interna gli intima di non esprimersi più su ciò che ora vede. E dunque l’“Apocalisse” è il libro dell’esilio dell’uomo. Che può essere detto, ma rimane sempre al di là.
Un oratorio approntato da Panni per il festival dei due Mondi di Spoleto 2009. Una prova di abilità per il Coro  e le Voci bianche dell’Accademia di Santa Cecilia.
Marcello Panni, Apokàlypsis, Auditorium Parco della Musica Roma

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