Un traffichino diventato eurodeputato s’inventa un film per truffare
sui finanziamenti dell’Unione europea: il soggetto si presta, di un professore
di storia al liceo, trattandosi un genocidio, di una minoranza. E la location è ottima: un paese remoto, l’Armenia,
dove si potrà fatturare molto, che è la sola cosa da fare. Risparmiando sui costi:
la troupe dovrà costare poco o nulla.
Un produttore senza film assolda i primi disgarziati che gli vengono a tiro, e per risparmiarsi la fatica li fa
accompagnare da una specialista in fatturazioni false.
Potrebbe essere “Shining”. Ma l’albergo isolato sotto la neve
diventa un luogo di ritrovamenti. Tutti diventano belli e buoni, per equivoci o
inconvenienti. E il film che non possono fare lo fanno per gli abitanti che a
mano a mano si presentano, brutti, sporchi, poveri, come a una vecchia “Corrida”
di Corrado. Il sogno dello sdentato che avebbe voluto fare Gagarin è subito
esaudito. E così ogni altro, la ballerina,
classica, il Ciranò con la luna…. L’Hotel Gagarin, remoto e grigio, implode in un
fuoco d’artificio della fantasia. Quando l’ambasciata italiana organizza il rimpatrio,
il mondo resta indietro.
Simone Spada, Hotel Gagarin
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