sabato 5 maggio 2018

Marx è vivo e gioca assieme a noi

Il titolo gioca sul “wanted”, il ricercato. Galli della Loggia ne fa la tara politica nell’introduzione. Cairoti ne sintetizza vita e fortuna anche più vivacemente e con più finezza che il film. Ma l’interrogativo del titolo presuppone una risposta in positivo: Marx è vivo e lotta insieme a noi. Ed è purtroppo il filo attraverso cui i saggi che Cairoti collaziona, di studiosi di varie discipline, qualcuno anche comunista o ex (Badiou, intervistato, Marco Rizzo, Salvati), si dipanano: Marx è morto, però.
È forse inevitabile nelle celebrazioni – si parla di Marx per i 170 anni del “Manifesto” e i 200 della nascita. Come per il film “Il giovane Karl Marx”. Oppure è presto per fare bilanci. Questo è più probabile. L’unica novità sarebbe cadere nell’equivoco della Santa Russia di Putin, scoprire che Marx era antirusso, aborriva anzi la Russia, lo zar non solo, anche la sua storia. Di “scoperte” di questo genere Marx sarebbe prodigo – assimilava disinvolto l’Italia, di cui non conosceva nulla, solo il nome di Dante, all’India. Ogni tanto sbagliava, si divertiva anche. Mentre di fatto resta la pezza d’appoggio e il pilastro del dispotismo in troppi posti, in Cina, in Vietnam, in Corea del Nord, a Cuba. 
Marx riletto – ma nessuno lo rilegge, non è nemmeno in edizione – è un liberale conseguente. Cioè un libertario, giusto l’assunto di liberale in von Hajek. E in questo senso, anarcoide, un facinoroso. La scienza politica lo direbbe un settario ma era un attaccabrighe: ironico, sarcastico, ai nemici non lasciava campo, e anche ai compagni non succubi – non si faceva mai mancare una battuta. Fu così che da libertario è diventato pilastro di dispotismi. 
Marx fu pure molte cose, volle esserlo, per multipli innesti sulla formazione filosofica hegeliana. Per cui finisce nelle materie specifiche per figurare autodidatta, convintissimo dell’ultimissima idea, cioè, e superficiale. Nelle logiche politiche, nelle politiche internazionali, e nell’economia – si richiama a Ricardo, ma la sua economia politica al confronto è chiacchiera.
È anche uno che non ha mai lavorato (faticato). In questo senso il prototipo e il sogno dell’intellettuale, altra specie in disuso, fino a ieri dominante, di cui non si sa più che dire. Un antiquariato biedermeier - inoffensivo cioè, non volendo imputargli i dispotismi, nemmeno il Pci - più che vintage, essendo “morto” di recente (ma questo non gli sarebbe piaciuto).       
Antonio Carioti (a cura di), Karl Marx vivo o morto?, Solferino, pp. 332 €12,90

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