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giovedì 3 maggio 2018

Ombre - 413


I professori Davide Pettener di Bologna e Donata Luiselli di Ravenna hanno deciso che “gli italiani” non ci sono, sono “un’aggregazione di tipo geografico”. Il dna mostrerebbe  che la Padania, più la Toscana emerita, viene dal Centro-Est Europa , il Centro-Sud dal Caucaso e dal Medio Oriente, Nord Africa compreso. E i biondi con gli occhi chiari a Palermo? E gli Etruschi mediorientali nelle regioni del ferro, a cavallo dell’Appennino? Una scienza molto “padana”, leghista.

Harold Bornstein confida al “New York Times” che Trump usa un farmaco per la ricrescita dei capelli. E che il certificato di sana e robusta costituzione fisica prodotto da Trump in campagna elettorale è stato da lui redatto su richiesta di Trump. Bornstein è, è stato per 36 anni dopo suo padre, medico personale di Trump. È lodato per questo: gli Usa hanno un’altra morale – in nessun’altra civiltà è consentito ai medici di sparlare degli assistititi.

Per il quarto di finale con la Juventus, e per la semifinale col Bayern, il Real Madrid ha potuto contare sul fidato arbitro turco Çakir. Inverosimile, non fosse successo: lo stesso arbitro per due eliminatorie di fila della stessa squadra, che favorisce senza riguardi.

L’allenatore del Bayern Heynckes, che l’arbitro turco ha condannato sfacciato, dice saggio: “Abbiamo perso noi, non l’arbitro”. Forte dell’età, 73 anni, e del passato di allenatore illustre del Madrid: l’arbitro la sua partita l’ha vinta, il Madrid è di parola.

Quattro partite di fila con arbitri a favore del Real Madrid – Čakir ha avuto supplenti un olandese e un inglese. Non per sviste o errori di valutazione, con determinazione. E nulla, si favoleggia ancora di Champions, di sport, del divino Ronaldo, del Madrid dei record. Si dice che l’Europa è allo sbando, ma l’Europa siamo noi.

Col palesemente incapace Skomina (doveva favorire il Liverpool, il Madrid non voleva la Roma in finale, ma si è tradito) l’incorrotto Collina, il designatore, è arrivato alla sfacciataggine. Un errore strano per uno furbo come lui, ma questo arbitro ignoto è l’uomo di Čeferin, il presidente dell’Uefa: due sloveni eccezionali, non al soldo della Germania ma del Madrid.

Stringe il cuore la “cerimonia” del Primo Maggio su Rai Tre. Di lavoratori e lavoratrici con la divisina in ordine. Che sorridono mesti all’obiettivo mentre Camusso svolge interminabile l’orazione. Monotona leggendo un discorso eloquente senza senso. Una diretta su Rai Tre per pochi. Uno spettacolino vintage.

“Infelice per i miei 104 anni. Sto bene ma voglio morire”. Lo scienziato Goodall si fa una bandiera di essere stato pioniere del suicidio assistito. Ma perché ha aspettare i 104 anni?

Il botanico ecologista australiano David Goodall sceglie il giorno del compleanno, il centoquattresimo, per rallegrare i familiari con l’annuncio del suicidio. Giusto per gravare i nipoti. Un esempio di fair play. Di rara generosità. Molto puritano, protagonismo compreso.

A  Roma, “dove le buche sono diventate proverbiali, si è appena scoperta l’esistenza di 564 milioni di euro destinati a investimenti e manutenzione ordinaria nel 2017”, informa Antonella Baccaro su “L’Economia”, “e rimasti inutilizzati”. Ed è vero.

O quest’altra, sempre da “l’Economia”, di Stefano Righi: “A controllare le prime 132 banche europee ci sono 3.300 ispettori della Bce…. Solo su Intesa vigilano 25 persone”. A  fronte delle “90 persone che svolgono il medesimo compito in Banca d’Italia”. E senza prevenire le crisi.

In aggiunta alla pletora di funzionari, con diaria e trasferta, la direttrice della Vigilanza Bce, madame Nouy, invia ogni mese “circa trecento novità normative, di leggi o di regolamenti”, ogni anno “circa 3.550 aggiornamenti normativi”. Si vede che a Francoforte non hanno letto Manzoni, il Seicento, le grida. E questa è l’Europa, poi si dice che c’è il populismo.

Bisognerà difendere le banche, che sono in Italia quanto di peggio si possa immaginare: lente, inefficienti, incapaci. Perfino di maneggiare internet, che dappertutto altrove è la norma.

Torna il “lavoro italiano nel mondo”. Pezzo forte del giornalismo quando mancavano le notizie mezzo secolo fa. Di imprese edilizie per lo più, di ponti, tunnel, architetture avveniristiche. Finché si disse: non se ne può più. Torna ora sui grandi media in forma di giovanotti, meglio signorine, che hanno cercato e trovato lavoro all’estero. Piacciono molto, ma a chi?

Le maestre di un asilo a Roma hanno abolito le feste del papà e della mamma in quanto discriminatorie, in materia di lgbt. Obbedienti all’intimazione di una coppia di gay. Che però vogliono il titolo di genitori. 
Gli lgbt vogliono tra loro ruoli definiti, di “marito” e “moglie”. Anche quando si comprano i figli.

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