I professori Davide Pettener di Bologna e Donata
Luiselli di Ravenna hanno deciso che “gli italiani” non ci sono, sono “un’aggregazione
di tipo geografico”. Il dna mostrerebbe che la Padania, più la Toscana emerita, viene
dal Centro-Est Europa , il Centro-Sud dal Caucaso e dal Medio Oriente, Nord
Africa compreso. E i biondi con gli occhi chiari a Palermo? E gli Etruschi mediorientali
nelle regioni del ferro, a cavallo dell’Appennino? Una scienza molto “padana”,
leghista.
Harold Bornstein confida al “New York Times” che Trump
usa un farmaco per la ricrescita dei capelli. E che il certificato di sana e
robusta costituzione fisica prodotto da Trump in campagna elettorale è stato da
lui redatto su richiesta di Trump. Bornstein è, è stato per 36 anni dopo suo
padre, medico personale di Trump. È lodato per questo: gli Usa hanno un’altra
morale – in nessun’altra civiltà è consentito ai medici di sparlare degli
assistititi.
Per il quarto di finale con la Juventus, e per la
semifinale col Bayern, il Real Madrid ha potuto contare sul fidato arbitro turco
Çakir. Inverosimile, non fosse successo: lo stesso arbitro per due eliminatorie
di fila della stessa squadra, che favorisce senza riguardi.
L’allenatore del Bayern Heynckes, che l’arbitro turco
ha condannato sfacciato, dice saggio: “Abbiamo perso noi, non l’arbitro”. Forte
dell’età, 73 anni, e del passato di allenatore illustre del Madrid: l’arbitro
la sua partita l’ha vinta, il Madrid è di parola.
Quattro partite di fila con arbitri a favore del Real
Madrid – Čakir ha avuto supplenti un olandese e un inglese. Non per sviste o errori
di valutazione, con determinazione. E nulla, si favoleggia ancora di Champions,
di sport, del divino Ronaldo, del Madrid dei record. Si dice che l’Europa è
allo sbando, ma l’Europa siamo noi.
Col palesemente
incapace Skomina (doveva favorire il Liverpool, il Madrid non voleva la Roma in
finale, ma si è tradito) l’incorrotto Collina, il designatore, è arrivato alla sfacciataggine.
Un errore strano per uno furbo come lui, ma questo arbitro ignoto è l’uomo
di Čeferin, il presidente dell’Uefa: due sloveni eccezionali, non al soldo della
Germania ma del Madrid.
Stringe il
cuore la “cerimonia” del Primo Maggio su Rai Tre. Di lavoratori e lavoratrici
con la divisina in ordine. Che sorridono mesti all’obiettivo mentre Camusso
svolge interminabile l’orazione. Monotona leggendo un discorso eloquente senza
senso. Una diretta su Rai Tre per pochi. Uno spettacolino vintage.
“Infelice
per i miei 104 anni. Sto bene ma voglio morire”. Lo scienziato Goodall si fa
una bandiera di essere stato pioniere del suicidio assistito. Ma perché ha
aspettare i 104 anni?
Il
botanico ecologista australiano David Goodall sceglie il giorno del compleanno,
il centoquattresimo, per rallegrare i familiari con l’annuncio del suicidio.
Giusto per gravare i nipoti. Un esempio di fair
play. Di rara generosità. Molto puritano, protagonismo compreso.
A Roma, “dove
le buche sono diventate proverbiali, si è appena scoperta l’esistenza di 564
milioni di euro destinati a investimenti e manutenzione ordinaria nel 2017”,
informa Antonella Baccaro su “L’Economia”, “e rimasti inutilizzati”. Ed è vero.
O quest’altra, sempre da “l’Economia”, di Stefano Righi:
“A controllare le prime 132 banche europee ci sono 3.300 ispettori della Bce….
Solo su Intesa vigilano 25 persone”. A
fronte delle “90 persone che svolgono il medesimo compito in Banca
d’Italia”. E senza prevenire le crisi.
In aggiunta alla pletora di funzionari, con diaria e trasferta, la direttrice della Vigilanza Bce, madame Nouy, invia ogni mese “circa trecento novità normative, di leggi o di regolamenti”,
ogni anno “circa 3.550 aggiornamenti normativi”. Si vede che a Francoforte non
hanno letto Manzoni, il Seicento, le grida. E questa è l’Europa, poi si dice
che c’è il populismo.
Bisognerà difendere le banche, che sono in Italia
quanto di peggio si possa immaginare: lente, inefficienti, incapaci. Perfino di
maneggiare internet, che dappertutto altrove è la norma.
Torna il “lavoro italiano nel mondo”. Pezzo forte del
giornalismo quando mancavano le notizie mezzo secolo fa. Di imprese edilizie per
lo più, di ponti, tunnel, architetture avveniristiche. Finché si disse: non se
ne può più. Torna ora sui grandi media in forma di giovanotti, meglio signorine,
che hanno cercato e trovato lavoro all’estero. Piacciono molto, ma a chi?
Le maestre di un asilo a Roma hanno abolito le feste
del papà e della mamma in quanto discriminatorie, in materia di lgbt. Obbedienti
all’intimazione di una coppia di gay. Che però vogliono il titolo di genitori.
Gli lgbt vogliono tra loro ruoli definiti, di “marito” e “moglie”. Anche quando si comprano
i figli.
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