venerdì 4 maggio 2018

Quel Nietzsche è tutto Leopardi

Sarebbe un “Nietzsche e Leopardi”: dove e come Leopardi ricorre in Nietzsche. Ma opportunamente Cesare Galimberti ne ha fatto un “Intorno a Leopardi”, perché Nietzsche pensò molto sulla spinta di Leopardi. Non estensivamente, m su alcuni punti chiave: il rifiuto della storia, con l’esperienza “fanciullesca” o immedesimazione nelle cose, la rivelazione\animazione della natura, l’eterno ritorno, la funzione euristica della filologia, l’esempio dei Greci, poesia e pensiero, poesia e prosa, poesia e “regole”, il nichilismo. E la condizione esistenziale: la solitudine, la critica dell’ottimismo volgare, le diverse specie di pessimismo. A  volte parafrasandolo citarlo, come nella “Seconda Inattuale” – “Sull’utilità e il danno della storia per la vita”. Emanuele Severino trova il debito enorme, nel suo “Leopardi”, 1990: “Non lo si è mai veramente ascoltato. Schopenhauer, Wagner, Nietzsche sanno di trovarsi di fronte a un genio. Ma quando Nietzsche  scrive che Leopardi è il maggior prosatore del secolo o «il filologo ideale», contribuisce in modo determinante a nasconderne la grandezza filosofica – della quale Nietzsche è profondamente debitore”.
Erwin Rohde gliene scrive nel 1869. Quattro anni dopo Nietzsche legge Leopardi e lo commenta con Gersdorff e Romundt. Dapprima ammirando il filologo. Poi il poeta-filologo “sovrastorico”. Entusiasmandone, fino a dirlo, “l’ideale moderno del filologo”. E, con Goethe, “gli ultimi grandi epigoni dei filologi poeti italiani”. Mentre di Schopenhauer si chiede: “Che ci fa tra i tedeschi?-… Avrebbe potuto benissimo essere nato in Italia, vedi Leopardi”. Leopardi è anche “il più grande prosatore del secolo”. E “il più grande stilista del nostro secolo – scrive nello stile greco”. Sarà il suo punto di riferimento nel processo di liberazione dal wagnerismo. E quando, più tardi, se ne discosta, lo farà sempre in dialogo con  lui.
Non è tutto il Leopardi di Nietzsche. La raccolta tralascia i passi d’interesse non teoretico ma solo biografico. Rimandando per questo al saggio “Leopardi e Nietzsche” di Walter F. Otto che completa il volume.
Un paio di testi, brevi, figurano soltanto nelle “Opere complete” e non nelle raccolte pubblicate da Nietzsche, non tradotti. Non recentemente, nell’edizione Adelphi, in italiano erano stati tradotti su “La Ronda” nel 1922: il VII, “Leopardi e Isocrate” (Leopardi si è formato su Isocrate), e l’XI, “E se Platone avesse ragione? Se l’uomo fosse un bel giocattolo nelle mani degli dei?”. Con una serie di note e richiami molto circostanziati, e una bibliografia ragionata. .
Friedrich Nietzsche, Intorno a Leopardi

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