“Un altro” nel senso di ancora uno, l’ennesimo. Ma il volumetto
si segnala per l’introduzione di Eleonora Marangoni, l’autrice di “Proust. I
colori del tempo”. Che finalmente fa uscire Debenedetti dall’indistinzione
professorale. Con i ricordi familiari, di Water Pedullà, di Moravia e di altri.
Debenedetti figura scopritore di Proust in Italia, nel 1925. È inesatto:
Corrado Alvaro lo aveva preceduto, traducendolo, e Lucio d’Ambra scrivendone.
Ma è sicuramente il sistematore critico della “Recherche”, su cui non cessò di
riflettere e di scrivere. Fino al lungo e denso “Rileggere Proust”, del 1946,
pubblicato postumo in una raccolta di saggi proustiani con questo titolo.
Marangoni e Sellerio ripescano qui la “Radiorecita su «Jean Santeuil», il primo
incompiuto tentativo di romanzo di Proust, di cui si è appena pubblicata una
nuova traduzione. Trasmessa dal Terzo Programma Rai l’1 ottobre 1952, stampata
da Macchia col titolo “Radiorecita su Marcel Proust”. Articolata per tre voci, una donna, il
pubblico e un critico.
Debenedetti stesso era perplesso, presentando la pubblicazione,
sull’opportunità di stampare un radiodramma – dove “le parole volano”. Ma, curiosamente,
la pièce funziona come rappresentazione
della critica, del mestiere di critico, più che di Proust: come si formano i
giudizi. Del “Santeuil” si parla pochissimo, giusto per dire che Proust
coltivava “il” romanzo da giovane.
Giacomo Debenedetti, Un
altro Proust, Sellerio, pp. 122 € 10
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