C’è un lato nascosto nel papato regnante? Il dubbio è d’obbligo, quasi rituale, essendo papa Francesco un gesuita, argentino, e uno che ama dialogare con massoni professi, come Scalfari. Galeazzi e Pinotti non ne tengono conto, la loro ricerca si ferma al papato in cattedra. Fa un po’ la storia dei rapporti burrascosi tra il Vaticano e la massoneria. Fino alla pace sottoscritta con papa Paolo VI. E dà conto, attraverso testimonianze, di una non tanto sotterranea manovra laica contro Benedetto XVI – la lettura più “amena” del voluminoso rapporto. Uno dei motivi che lo hanno spinto a gettare la spugna.
Quanto a papa Bergoglio, la sua frequentazione dei laici può ben essere ascritta al dovere pastorale: bisogna parlare ai non credenti, se in buona fede. Ma il coté argentino irrimediabilmente salta fuori nelle nomine economiche. Dalle sue primissime, quelle del tutto incongrue della Chaouqui e del monsignore spagnolo Balda - nominati controllori… E poi nell’avvicendarsi di responsabili allo Ior e ai dicasteri economici, con entrate e uscite sempre in ombra.
Con una serie di interviste, a Gotti Tedeschi, al rabbino di Roma Di Segni, al padre Amorth, a Vian, a Giulio Anselmi, e altri. Tra essi alcuni Gran Maestri della massoneria italiana, che ne spiegano gli ordinamenti e le vicende recenti. Con un elenco delle principali obbedienze massoniche italiane. E due lettere nel 1996 a papa Giovanni Paolo II di Virgilio Gaito, all’epoca a capo del Grande Oriente, una di esse a firma congiunta col cardinale Oddi: Gaito collega l’assassinio di Rabin, il primo ministro israeliano della pace, a quello mancato dello stesso Giovanni Paolo II.
Con qualche reticenza. Galeazzi e Pinotti documentano che il card. Bertone è stato bersaglio della massoneria, anche prima di Chaouqui e Balda. Ma non dicono il perché. Il cardinale ha combattuto la svendita degli ospedali e le cliniche del Vaticano, o al Vaticano legate. A partire dal San Raffaele di Milano, il più grande esproprio laico - seppure a opera del cattolicissimo Bazoli, il banchiere vescovile con un pelo “gotico” sullo stomaco (e con la complicità della procura di Milano). L’attacco al San Raffaele, all’Idi, ai Fatebenefratelli, al Bambino Gesù è stato una grossa offensiva “laica”, altro che pace massonica.
Non manca il solito pettegolezzo, sui papi “iniziati”: Giovanni XXIII e Paolo VI. O sulla “doppia tessera” di molti religiosi. Uno però è, a suo modo, eccezionale: Giovanni Paolo II è ebreo! Per essere figlio e nipote di donne dal cognome ebraico: la mamma Kaczorowski è “un adattamento del nome Yiddish Katz”, la nonna Scholz “altro adattamento Yiddish di Schulze, Schulz”, e la bisonna Rìbicka, “altro nome ebraico”. Che è far pesare un po’ troppo l’ebraismo, roba da “Protocolli di Sion”. Ma, poi, nonna e bisnonna sempre in linea materna? Questo è dirimente… Il tutto opera di un Dr. Yaacob Wise che si professa inglese molto attivo su facebook, “storico del giudaismo, public relations e molto di più”: una caricatura dell’ebreo, come uscito dai “Protocolli”.
Il richiamo alla massoneria non vuol dir niente - e poi a quale massoneria, a quale obbedienza? Giusto denotare un lato poco chiaro delle cose. E questo purtroppo c’è in abbondanza nel papato attuale.
Giacomo Galeazzi-Ferruccio Pinotti, Vaticano massone, Piemme, pp. 538 € 11,90
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