Cdu e Csu concordano che la spinta dell’opinione verso destra va
contrastata proponendosi, come sempre hanno fatto nei settant’anni di storia
federale, garanti dell’ordine. Cosa che la Grande Coalizione con i socialisti,
e la stessa Merkel, impedirebbero. Molti nella Cdu scalpitano inoltre per il
dominio ininterrotto di Angela Merkel da ormai vent’anni. Da quando fece
fuori Kohl e la vecchia guardia.
Le prese di posizione quotidiane di Seehofer e Dobrindt, i potenti
ministri capi della Csu, per una politica di respingimenti accelerati degli immigrati
non in regola si propone per evitare di perdere le elezioni bavaresi a
settembre. Ma l’attacco viene fatto con misura, sapendo che la massa degli
immigrati serve all’economia, e alla demografia (le non nascite sono un
problema più grave in Germania di quanto lo siano in Italia). Da qui il rifiuto
di un asse di questo tipo con l’Austria e l’Italia, come proposto da Vienna. In
questo modo però impongono un difficile equilibrismo a Angela Merkel nel vertice
europeo che vorrebbe convocare sul problema degli immigrati.
Con Conte, Merkel avrebbe concordato oggi il sostegno tedesco
alla revisione degli accordi di Dublino. Ma ancora non ha deciso se abbandonare ogni riserva sulla politica della mano dura, dopo essere stata capofila
della accoglienza indiscriminata. E comunque i Csu possono sempre dirsi
insoddisfatti.
I Verdi sarebbero ora disponibili. Hanno dibattuto sul fallimento
del “Giamaica”, da loro rifiutato per le pretese ultraliberistiche dei Liberali
in materia di emissioni nocive e produzioni inquinanti. Un’intesa ritengono
però ora possibile, lavorando su coefficienti e date. Il ministro dell’Ambiente
è in Germania forse politicamente il più importante, per orientamento e spesa.
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