martedì 12 giugno 2018

Il futuro è un Mondiale di calcio

Quattro vecchi amici ancora giovani si ritrovano per vedere la finale dei Mondiali di calcio del 1998. Si raccontano le loro vite diverse, ognuno di loro avendo maturato una sua propria esperienza. E si promettono di rivedersi fra quattro anni, al prossimo Mondiale di calcio, con un bilancio dei proponimenti che ora faranno. Come mettere il futuro alla prova, o le loro proprie capacità, di fare convergere i fatti sui desideri.
Non ci sono sorprese, è un’elegia: un racconto di maschili amicizie. Di fatto non sono quattro persone (mondi) diversi che si confrontano, ma un po’ tutti lo stesso Nevo. Che ne è l’autore, ma è anche di fatto ognuno dei quattro: ha fatto il pubblicitario, ha avuto una “spartana educazione anglosassone”, crescendo negli Stati Uniti, è uno impositivo, ed è sposato con figli. Anche la celebrazione è autoglorificante: “Ritorna”, si fa dire, “sei l'amico migliore che abbia mai avuto. Sei stato tu ad insegnarmi cosa significhi essere amico. Senza di te ho paura di dimenticarmene. Tu mi conosci da prima che mi guastassi. E ogni volta che sto con te mi sento un po' riscattato, tu vedi attraverso tutte le maschere, e senti nelle mie parole esattamente quello che riesco a nascondere con esse dal resto del mondo. Senza di te siamo un’accozzaglia casuale di persone. Insieme a te siamo degli amici, senza di te, la grande città è tutte le cose cattive che dice Ofir (uno dei quattro amici, n.d.r.). Insieme a te è casa”.
Un romanzo nel solco della tradizione israeliana, ormai robusta di alcuni decenni. Fuori tempo e fuori luogo, cioè, con una venatura metafisica – nel senso di De Chirico. Non ci sono gli arabi, e quasi sempre nemmeno la guerra, nei film e i romanzi israeliani. Non ci sono gli israeliani nei film palestinesi. O sono comparse, lì per caso. In questo racconto ci sono gli uni e gli altri. Non si parlano ma non si ignorano. Gli israeliani perlomeno non ignorano gli arabi. Non la prima Intifada, nella quale i quattro amici qui desideranti multipli di Nevo sono stati militari di leva. Non la seconda Intifada, in corso, che nel non detto porta i personaggi a darsi un futuro a breve, al prossimo Mondiale di calcio – ce ne sarà comunque uno dopo il 1998.
Eshkol Nevo ha il nome del nonno, Levi Eshkol. Figlio della figlia più giovane, Ofra, che ha sposato Baruch Nevo, professore di Psicologia all’univevrsità di Haifa. Levi Eshkol è stato il primo ministro israeliano della Guerra dei Sei Giorni vittoriosa nel 1967: il terzo primo ministro della storia israeliana, laburista, successore di Ben Gurion, dopo essere stato ministro delle Finanze e della Difesa, in carica dal 1963 al 1969, quando morì d’infarto.  
Eshkol Nevo, La simmetria dei desideri, BEAT, pp. 351 € 9

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