È ora il deserto, di piante malate o secche, e di prati in
attesa di un cerino – un po’ provvedono i volontari la domenica, ma non basta.
Effetto anche della stolidità della giunta Raggi, che il bando per lo sfalcio ha
pubblicato a giugno, quando l’erba era già secca, e nessuno si è presentato. L’erba
degli aeroporti e dei parchi procurava una volta belle entrate. E lo potrebbe
ancora: se i mangimi l’hanno soppiantata come foraggio, è sempre utile come
biomasse, per il carissimo kWh ecologico. Ma l’effetto è soprattutto della
cultura liberistica che le spoglie del Pci hanno abbracciato senza ritegno, e
trasmesso all’Ulivo-Pd: dalle lenzuolate
di Bersani ai servizi pubblici in appalto.
La coincidenza è che oggi su “la Repubblica” due personaggi
evocano il fatto. L’ex assessore Berdini nel servizio politico del giornale: “Mafia
Capitale aveva fatto emergere la disarticolazione delle funzioni pubbliche di
un’amministrazione. Un esempio su tutti: si distrugge quel piccolo gioiello che
era l’Ufficio Giardini del Campidoglio per dare un appalto…”. Vittorio Emiliani,
con molti numeri, in un intervento centrato sul Servizio Giardini in disarmo nella
cronaca romana. Ma nessuno dei due dice l’origine di questa assurda storia.
Emiliani si limita a considerare: “Ci si è illusi che il Servizio Giardini
potesse venire «esternalizzato» con profitto”.
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