Il governo ristabilisce la chiusura domenica dei negozi, e si scopre
finalmente che non è vero che l’apertura ce l’imponeva l’Europa, in Europa
i negozi sono chiusi la domenica, in
Germania, Francia, Belgio, Olanda, nella stessa Inghilterra. In questi paesi,
si può aggiungere, è anche da tempo in atto un ritorno al commercio minuto, al
negozietto sotto casa, come quello che meglio garantisce la qualità, e i prezzi. E i prezzi.
Si scopre che le “lenzuolate di BersanI”, liberalizzazioni selvagge,
delle licenze e degli orari, dopo avere rovinato centinaia di migliaia di
famiglie, erano illiberali e anticonsumatori. Effetto della febbre liberistica,
quella che ha probabilmente ammorbato e spento il Pd. Frutto forse di
stupidità più che di corruzione, ma dagli effetti nefasti.
Non c’è invece ondata di ritorno sulla liberalizzazione dell’università
decretata vent’anni fa da Luigi Berlinguer. La demolizione dell’università
(pubblica) procede senza ripensamenti. A favore delle università private, che
in vent’anni si sono moltiplicate, da quattro-cinque a un centinanio. Grazie
anche alle gestioni Moratti e Gelmini, che però erano in sintonia con le loro
posizioni politiche. L’università- l’università è quella pubblica, l’unica che
fa ricerca – resta sempre quella handicappata da Berlinguer, dalla sinistra
“liberistica”. Nessun investimento, e impossibilità di farne, finanziamenti
unicamente privati, da brigare a cura dei ricercatori e docenti (è la loro
occupazione principale), turn-over bloccato, dal 1999, quadri più che dimezzati,
nell’insegnamento e nella ricerca.
“Quos Deus perdere vult, dementat prius” è più che vero. Ma morto
un partito se ne fa un altro, mentre la punizione è irrimediabile per l’università e
per l’Italia, Dio fa impazzire chi vuole perdere, ma quanti danni.
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