Bici – Faceva male
alle donne. Vernon Lee racconta, in “My bicycle and I”: “Negli anni 1890, i
critici sostenevano che le donne che
montavano biciclette sarebbero finite più facilmente a professare la
prostituzione o il lesbianismo”.
Falsi – Si
commissionavano pitture di false rovine in Europa dal Cinquecento fino
all’inizio dell’Ottocento. Nel Settecento, segno di distinzione delle
residenze magnatizie erano le false rovine in giardino.
Gadda – Ma il “Pasticciaccio” un
assassino ce l’ha. Era uscito a puntate su “Letteratura” prima che in volume. Che
non si dice per non “spogliare” la lettura. Ma non ha nulla a che fare con la
versione definitiva, che si diverte a montare il giallo invece del noir,
con falsi indizi praticamente a carico di ogni personaggio.
Hater - È la specie più antica di
comunicatori. Attraverso invettive, maledizioni, fatture, invocazioni ostili,
scongiuri, malie, magie, sortilegi, assortiti di filtri e pratiche magiche.
Documentata nella letteratura mesopotamica e egiziana, prima ancora che in
quella greca e romana. I romani arrivarono a istituzionalizzare le maledizioni,
con le “Defictionum Tabellae”, lamine di piombo sulle quali si incidevano
incantesimi e maledizioni, con la certezza che essi avrebbero prodotto il male
della persona indicata. Lamine cattive anche nel nome: si chiamavano tavole di
“trafittura”: una volta scritte, si trafiggevano con chiodi o punteruoli, nelle
parti da colpire della persona odiata. E si seppellivano nei cimiteri, o nei
pressi dei sepolcri, come supplica agli dei infernali ad assumere la\e
persona\e odiata\e, per una morte fra i
tormenti – ferite, malattie.
Germanico, secondo Tacito (“Annali”, II,
69), fu vittima dei malefici di oscuri nemici. Tutt’attorno al suo cadavere,
racconta, “si trovarono anche, a terra e sulle mura, dei brani di cadavere
sottratti alle tombe, delle formule magiche, delle imprecazioni, il nome di
Germanico inciso su lamine di piombo, ceneri di corpo umano arso soltanto per
metà e intrise di di sangue nero, e
altri malefici, cui si attribuiva il potere di votare le anime alle divinità
infernali”. Germanico morente non si spiegava il suo destino, e lo attribuì ad
avvelenamento.
Mefistofele – Assimilato al diavolo,
come Satana, Belzebù, in realtà non lo è. È personaggio della cultura popolare
tedesca del tardo Medioevo, e si definisce nella storia di Faust, pubblicata
anonima nel 1587.Verrà subito celebrato
da Marlowe, e successivamente da Goethe. Ma come demonio intellettuale, che
tenta e blandisce le sue vittime, senza più lo zolfo, il fuoco, le catene,
l’arsenale demoniaco. È uomo di spirito che alletta più che obbligare.
Anche Mefistofele era all’origine un
mostro, di sembianze animalesche, brutto a cattivo.
Presepe – È l’arnia. C’è anche in
Virgilio, “Ignavum fucos pecus a presepi
bus arcent” – Virgilio,
Georgiche, IV, 168.
Questo Virgilio cita Rabelais, a
proposito del problema di Eudemone, come si cacciano i monaci da ogni buona
compagnia, "come le api cacciano i calabroni dai loro alveari”.
Rolling Stones – Gianni Rivera, il calciatore
del Milan divenuto parlamentare Dc, chiese nel 1990 la cancellazione dei
concerti dei Rolling Stones in calendario a Roma, Torino e Milano in quanto
agenti del diavolo. I concerti si tennero regolarmente, alle date previste, a
Roma e Torino. A San Siro invece si ebbero tre settimane di rinvii, per i
motivi più diversi. E quando a fine luglio, il 25, il concerto doveva infine
avere luogo, Mick Jagger si beccò una laringite acuta.
I Rolling Stones erano in fama di gruppo
demoniaco dal 1970, da “Symphony for the Devil”.
Romanzo – È la;morte per
Foucault: “Il romanzo è una morte; fa della vita un destino, del ricordo un
atto utile, e della durata un tempo gestito e significativo”.
Spoon River – È modellato sull’“Antologia
Palatina”. Edgar Lee Masters a un certo puto volle raccontare il suo paese.
Pensò a un romanzo, poi, sulla traccia della “Antologia Palatina”, lo raccontò
in poemetti. Tutti di eguale dimensioni e caratura. Per questo ambientandolo
nel luogo più egualitario di tutti, il cimitero.
Viaggio – Non c’è una letteratura di
viaggi in Italia, che pure l’ha inventata, con Marco Polo. Niente al confronto
della letteratura francese tedesca, inglese,
americana, anche russa. Pasolini, Moravia si rileggono con raccapriccio. Anche
Malaparte. Si salvano Alvaro, “I maestri del diluivo” e le corrispondenze dalla
Germania, anche le corrispondenza dalla bonifica mussoliniana, e Gozzano sull’India.
letterautore@antiit.eu
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