mercoledì 13 giugno 2018

L’immigrazione non è salvazione

Bisogna accogliere gli immigrati per salvarli dai campi di detenzione libici. Bisogna accogliere le madri incinte. Bisogna accogliere le madri e i bambini. Nonché i bambini soli. Il linguaggio dei volontari dell’accoglienza è incontrovertibile ma assurdo. Perché non c’è una tratta di africani.
C’è un afflusso volontario di africani in Libia, come piattaforma per l’Italia e l’Europa. Solo in parte organizzato da mafie – droga, prostituzione, carità, commercio ambulante. Per lo più opera di agenti riconosciuti nei paesi di partenza, Nigeria, Ghana, Senegal, Gambia, Costa d’Avorio, etc. Una rete in atto da almeno una dozzina d’anni, per un business crescente. Si direbbe un turismo fiorente dell’emigrazione, se non costasse vite umane. Perché il viaggio dal centro al nord Africa si paga, e dalla Libia all’Italia pure. Si conoscono gli agenti e si conoscono le tariffe - che non sono quelle fantasmagoriche dei cronisti improvvisati, ma sono evidentemente remunerative.
Si conoscono anche i motivi dell’immigrazione forzosa. Ricongiungimenti familiari da una parte – donne e\con bambini – e dall’altra giovani o disadattati in cerca di un futuro qualsiasi, alla cieca. Pochissimi sono i rifugiati politici.
Questo linguaggio all’apparenza benevolente – ma è solo ripetitivo, rituale - dei volontari non risolve il problema immigrazione, e semmai lo aggrava. Perché questo flusso di massa è un costo: per gli africani in vite, per l’accoglienza in euro. Senza soluzione. Che invece c’è, per i migranti e per i riceventi, e andrebbe applicata.Con regole non punitive per i ricongiungimenti. Andando a prendere gli emigranti per i quali ci sia domanda. A costo ridotto e senza sacrifici umani. Senza sfruttamento. Non è difficile. Certo, non ci sarebbe più il business dell’accoglienza, che fa da specchio a quello delle mafie africane.  
Il linguaggio falso della benevolenza fa un torto anche ai volontari. Che sono operatori professionali, malgrado il nome, retribuiti. Un vero volontariato, che andasse cioè oltre il piccolo business dell’accoglienza, dovrebbe dire la verità sull’immigrazione, e sui veri rimedi, invece di lavarsi le mani col volemose bene.

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