Si presentano
le bio dei nuovi ministri con la professione, l’età e lo stato civile. Che per
gli uomini si declina così: “Coniugato, con una moglie…”. Riflesso islamico?
Applausi
dei giornalisti al Quirinale per Cottarelli che dice il suo incarico terminato.
Era il candidato dei giornalisti? No, i giornalisti in Italia fanno il tifo.
Succedeva alle assemblee Fiat, dopo che aveva parlato l’Avvocato. Con imbarazzo
dei non italiani.
È vero
che in Italia si applaude ora anche ai funerali.
Nella
schiera degli anti-Lega, l’“Avvenire” fino a ieri metteva in guardia contro
Savona, mano armata di Putin. È stato ministro nel governo Ciampi, ricordava, “anche
quello legato alla Russia”. Ciampi legato alla Russia? Non c’è più religione, il giornale dei
vescovi che pubblica informative dei servizi segreti
Scalfari
si fa spiegare da Veltroni il grande futuro del Pd. Dallo stesso Veltroni
avviato alla fine appena nato - con Obama, il mercato e tutto il resto. È
l’età? O Scalfari l’anticomunista in segreto gongola?
Il grande
futuro del Pd, dice Veltroni, è con Gentiloni...
Moody’s
annuncia che mette sotto revisione, cioè ne declasserà il rating, dodici banche
italiane e sei grandi aziende di servizi. Tra questi i nomi migliori e più
solidi in Europa: Sanpaolo, Unicredit, Mediobanca, Cassa Depositi e Prestiti,
Fca Bank , Eni, Poste… Mentre dà tre A, il massimo, a Deutsche Bank, che è la
banca europea più disastrata, in rosso da due anni e a rischio insolvenza.
Anche la
vigilanza Bce tratta Deutsche Bank con deferenza.
Il presidente
della Commissione europea Juncker, a crisi politica e mercati aperti, dice saggio:
“Gli italiani lavorino di più e siano meno corrotti”. Lui non lo è, che del suo
paese ha fatto un paradiso fiscale, per il comodo di tutti i ricchi, europei e
non. O il tedesco Oettinger, uno che è stato mandato a Bruxelles perché dava
fastidio a casa, che maledice: “I mercati daranno una lezione agli elettori
italiani”. Poi uno dice Savona: non c’è
altra Europa.
Nei
cinque giorni di crisi aperta dal Quirinale, dagli Stati Uniti sono arrivati
acquisti a sostegno del debito italiano, dall’Europa stravendite. Non è
questione di solidarietà politica, i fondi americani non ne hanno, ma di
vederci più o meno chiaro, in un quadro di buona volontà. L’Europa è bottegaia,
si diceva una volta, ognuno guarda il suo piccolo beneficio.
“La
Stampa-la Repubblica” e “Corriere della sera” non risparmiano firme e argomenti
per dire che il caos è di Salvini e Di Maio, quando è sotto l’occhio di tutti
che lo ha creato e alimentato Mattarella. Con Savona, senza Savona, eccetera,
Cottarelli, non Contarelli, Conte, senza Conte. Di due ragazzotti facendo, al
confronto, due statisti, perfino ponderati, responsabili. Voglia di
(auto)dissoluzione? Le due proprietà sono come la Rai, stanno in ansia, hanno
da perdere? Negare l’evidenza è assurdo – non lo fa nemmeno il Pd.
“Caos
governo” è testata fissa di Sky tg 24 da domenica. Senza però dire come e
perché si è arrivati, e si sta, nel caos. Si dirà la sindrome Mattarella.
Il
“Corriere della sera” balza come Froome al comando del gruppone anti-Trump, in
un colpo solo. Martedì architetta con Pino Sarcina obbediente mezza pagina contro
Trump figlia. Rea di avere postato una foto col figlio suo più piccolo. “Ivanka
insensibile sulle famiglie divise”, tuona il giornalone di Cairo. Vogliono
farci diventare simpatici i Trump?
Ma Cairo
è un venditore di pubblicità. Che sia un nuovo filone, introdurre il thrilling del gossip per le vendite kinder?
Con mamma, senza mamma – che vorrà dire le mamme divise, quelle dell’utero in
affitto?
Perché Elia
Viviani si ferma all’ultima pedalata dell’ultima tappa del Giro d’Italia ai
Fori imperiali a Roma? Deve vincere Bennett, per un premio speciale con tre
vittorie – Viviani tre le ha già in carniere? Per ragioni di scuderie? Per
amicizia sincera? Ci sono nello sport da qualche tempo troppe cose
incomprensibili. Viviani accelera da paura, poi si ferma alla penultima pedalata,
quando invece l’istinto spinge ad accelerare allo spasimo.
Inverosimile
l’interpolazione del papa Francesco nella noiosa telecronaca della noiosissima
ultima tappa del giro d’Italia a Roma. Francesco che benedice le acque. Che bacia
i bambini… Per non deludere gli sponsor del Giro?
Il giorno
dopo il teledramma del governo Conte bocciato, quattordici pagine del “Corriere
della sera” in lode dell’Europa che Mattarella ha salvato per noi. Se non che,
alla quindicesima, zàcchete,: “La Germania rigida solo con gli altri è un
grande ostacolo per gli europeisti degli altri paesi”. Quattordici colpi al
cerchio e uno alla botte?
“Il
disorientamento dell’era Trump”, Masha Gessen. “Il presidente Trump è miglior
scassa accordi che uomo d’affari”, Susan B. Glasser. “L’ordine mondiale in
implosione di Trump”, Robin Wright. “Il vertice con la Corea del Nord era una
fantasia trumpiana dall’inizio”, John Cassidy. “I pericoli crescenti di una
nuova corsa alle armi nucleari”, Erich Schlosser. I migliori columnist politici
sono attivati dal “New Yorker”. Questo venerdì 25. Sabato silenzio. Ci vogliono
“vendere” Trump?
“A un certo punto Dalla Chiesa ci ordinò: «Basta
inviare rapporti ai magistrati». Le Br ci avevano schedati tutti”. Tutti i
membri del nucleo speciale antiterrorismo di Dalla Chiesa. Non le spara grosse ma
le dice terrificanti il generale dei Carabinieri Sechi a Stefano Lorenzetto sul
“Corriere della sera”. Di Marco Donat Cattin: “Mentre era in clandestinità, la
madre Amelia ogni settimana gli portava il ricambio della biancheria”.
Perché si
vuole che il terrorismo in Italia sia stato senza padri, e senza madri?
La
connivenza dei giudici con i terroristi è un capitolo impraticabile. Ma non
controverso, per molti fatti evidenti. Di Caselli, “un amico intelligente”, il
generale Sechi ricorda. “All’inizio era ideologizzato anche lui. Quando Maria
Teresa Ropoli, compagna di Peci, scrisse «Viva le Br» sui muri della Singer di
Leinì, non fece nulla”.
Un’ultima
traccia Sechi delinea, forse controvertibile, ma agghiacciante: “Le Br erano
un’ideologia di sistema. Alle spalle avevano grandi imprenditori che pensavano
di mantenere il potere anche con la dittatura del proletariato. I brigatisti
erano coccolati dalla Torino bene”. Ma Lorenzetto purtroppo non chiede chi.
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