Eppure ha una distinta concezione della propria superiorità, e
tutti i media a favore, Rai, Sky Tg, La 7, il gruppo la Repubblica-l’Espresso,
il gruppo Rcs, il gruppo del Messaggero – non tutti, ma un buon 80 per cento. Anche se ha perso e perde contro proposte e candidati non eccezionali, e perfino mediocri.
Usava un tempo per i partiti che ambivano a un seguito di massa
e fallivano, i Liberali prima, i Socialisti poi, teorizzare e praticare la
strada del “partito d’opinione”. Che manteneva cioè un impatto sull’opinione
pubblica, ma con una struttura snella e poco costosa. Oggi del Pd non c’è
nemmeno questa, l’opinione. E, peggio, il Pd non è solo, tutti i media sono
senza argomenti, se non il ghigno della superiorità.
Potrebbe essere un rapporto di causa ed effetto: un Pd “vittima”
dei “suoi” media, dei suoi supposti supporter. Oggi Martina e il “Corriere della
sera” lanciano un appello per l’unità dei progressisti alle Europee, “da Macron
a Tsipras” – Macron progressista? Ma se così fosse una soluzione è
ipotizzabile, di un partito che si libera dei falsi argomenti. Mentre
probabilmente il Pd non è altro che i suoi media, senza argomenti.
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