Uomo semplice, generoso, buon
padre di famiglia, sempre fedele alla moglie, anche se lungamente inferma,
impolitico (fascista) ma per la buona ragione, il buongoverno. Un ritratto
senza ombre dello scrittore dei lampi e delle ombre. Di un uomo intero e integro
nell’autore dell’uomo multiplo e disgiunto.
La “Vita segreta” è stata
scritta a caldo, nel 1932-34, con Pirandello in attività, non ancora premio
Nobel, quindi non immortalato, ma è come se lo fosse già. Un sospetto
suscitando. Poiché Nardelli era in contato quotidiano col suo personaggio, da
lui venerato, e ne raccglieva man mano le confidenze, che questo insomma sia un
autoritratto - quella che l’America chiama “biografia autorizzata”, dall’autore
vivente. L’immagine che Pirandello dà di sé è del tutto piatta. Si direbbe a due
dimensioni. Convenzionale. C’è del conformismo nell’ironia?
Federico Vittore Nardelli, Vita segreta di Pirandello
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