Molti sorrisi e molte trappole per il governo italiano, a Parigi
e Berlino. Sull’immigrazione l’intesa franco-tedesca prevede un peggioramento degli
accordi di Dublino, e non un miglioramento. Non la condivisione degli
oneri dell’accoglienza fra tutti i i paesi membri, e non l’avvio di una politica
volta a disinnescare l’ondata immigratoria. Sui bilanci Merkel propone, con l’avallo
di Macron, il controllo surrettizio delle finanze nazionali da parte del
Bundestag, del Parlamento tedesco. Attraverso un meccanismo semplice: portarli all’avallo
dell’Esm, il fondo salvastati (Meccanismo europeo di stabilità). Gestito da politici
e funzionari tedeschi, con la riserva di un potere di veto, e quindi
decisionale unico, per la stessa Germania – la maggioranza nell’Esm è di almeno
l’80 per cento, e la Germania ha un quota-diritto di voto del 27,15 per cento (anche
la Francia ha un diritto di veto, con un contributo appena sopra il 20 per
cento, 20,4: niente nasce per caso in Europa).
Le trappole, a giudizio della Farnesina, nascono a Berlino, Parigi
conta poco. Merkel, sotto pressione dalla destra del suo schieramento, deve portare
a casa entrambi i provvedimenti ai vertici dei prossimi giorni. Pena la crisi
di governo e la sua possibile giubilazione – dopo quasi vent’anni
d’ininterrotto dominio, sul suo partito prima, la Cdu, e poi, dal 2006,.sul
governo nazionale.
Il controllo dei bilanci nazionali da parte del Bundestag era al
cuore della proposta di riassetto della governance
europea dell’ex ministro delle Finanze Schäuble, della destra Cdu che si
identifica con la Csu bavarese che ora condiziona Merkel. Schäuble è passato a settembre
alla guida del Bundestag stesso.
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