sabato 28 luglio 2018

Cronache dell'altro mondo - il cazzone americano

Il comandante dei Pasdaran iraniani twitta il twittaroTrump: “Puoi iniziare una guerra, ma saremo noi a finirla. Chiedi ai tuoi predecessori. Smettila di minacciare, siamo pronti a fronteggiarvi.  Siete andati in Afghanistan con decine di carri armati e mezzi blindati. Cosa avete ottenuto? Adesso implorate i talebani”. Ineccepibile.
Quando si farà la storia dell’imperalismo americano, ci saranno sorprese. E perché questa storia non si fa, è talmente avventurosa? Prima c’era la guerra fredda, la minaccia sovietica all’Europa, ma ora?
Gli Stati Uniti si sono imposti come liberatori fino alla guerra di Corea, 1950-53, e poi all’occupazione anglo-francese di Suez, 1956. Poi, a partire da Cuba e Castro, un serie di disavventure
 e sconfitte.  Cuba, Vietnam, Iran (da Mossadeq in poi), Iraq, Afghanistan, Libia, Siria, quante guerre perdute. Con la lunga stagione dei generali in Sud America, il “cortile di casa”, in Brasile, Argentina e Cile.
E anche dove hanno vinto, quante incognite. Per esempio cavalcando il mondo retrivo della penisola arabica contro l’Europa, dalla guerra del petrolio del 1973 alla Libia. O sfidando la Russia, in Ucraina e in tutta la fascia europea orientale, senza avere un obiettivo e un iter – o anche qui contro l’Europa, per mettere i bastoni fra le ruote alla Fortress Europa e all’integrazione politica? 


Putin a Helsinki ha regalato a Trump il pallone ricordo del mondiale. La “Washington post” e altri primari media americani hanno subito sospettato, e anzi scoperto, che il Pallone contiene un chip, per intercettare il presidente americano… Se ci si sono applicati, vuol dire che sanno che la cosa tira, creduta.
Ora, c’era una famosa dizione “cazzone americano”, alla fine della guerra, al Sud e non solo, un po’ vendicativa ma non solo, da sconfitti invidiosi, per dire l’americano bonaccione, che era facile truffare. Ma fino a questo punto, l’americano crede tutto? 
Tutti i media americani non fanno che elaborare arcana e misteri del Russiagate. Che però non interessa al pubblico, i sondaggi lo dicono a ogni rilevazione. Allora, questo Russiagate è una questione politica contro Trump. Bene. Ma va avanti da due anni questo Russiagate, e la popolarità di Trump non ne soffre, anzi è in aumento. E allora?
Il Russiagate vedrebbe il sistema elettorale e il voto presidenziale 2016 inficiati dai servizi segreti russi. Un fatto gravissimo, un attacco fantascientifico alla democrazia. Ma da oltre un anno che c’è una inchiesta giudiziaria e niente, solo pettegolezzi.
Per non dire della inefficienza dei servizi segreti americani, che non hanno prevenuto né subodorato nulla: Fbi, Cia, Nsa e gli spionaggi militari. Che anzi sono accusatori, non accusati.
Oltre alle tre sigle più note, un’altra dozzina di servizi segreti operano negli Usa, militari e non. È possibile, è democratico?

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