giovedì 26 luglio 2018

Il libraio felice

In Florida, in un’isola non grande, c’è ancora un libraio, con libreria, aperta. Un libraio di successo. Su tutto. Lavoratore metodico dalle sei di mattina alle nove di sera ogni giorno. E uomo dai molteplici piaceri e interessi. Mantiene viva e attiva la comunità locale di scrittori, contro follie e alcol. Si scopa le autrici giovani in tour promozionale. Si arricchisce commerciando libri. Tanto prime edizioni che bestseller da banco. Un vincente, senza danni collaterali per nessuno: sa vendere e divertire. Anche quando si gioca l’Fbi, sui manoscritti di Francis Scott Fitzgerald rubati alla biblioteca di Princeton dove sono in deposito.
Un favolello a lieto fine, anche se la morale non è esaltante – il crimine paga. Del tempo dell’abbondanza, quando i soldi bastano per tutto. Un divertimento di Grisham, e del lettore. La location anche è particolare, una “Camino Island” - che è il titolo originale del libro – quasi mediterranea, un’America umanizzata.
Il “caso” in realtà non c’è: sia Princeton che l’Fbi tengono nascosto il furto, la polizia federale contentandosi di mandare dentro gli esecutori materiali, l’università e l’assicurazione di recuperare i manoscritti con lo sconto, dividendosi la spesa. I manoscritti rubati torneranno al loro posto, dopo una una serie di jeux de dupes, previo riscatto multimilionario, che però non pesa a nessuno. E tutti avranno beneficiato della sporca storia. Morale: i libri sono buoni, sempre.
John Grisham, Il caso Fitzgerald, I Miti, pp. 381 7,90

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