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lunedì 2 luglio 2018

Il mondo com'è (346)

astolfo


Apparizioni – Sono sempre più e solo della Madonna, non ci sono apparizioni di altre divinità. La casistica ne è precisa.  Alfonso M. Di Nola, “Lo specchio e l’olio”, ne censisce vent’anni fa 266 fra il 1930 e il 1980, in cinquanta anni. E benché così limitate sono in fase di moltiplicazione. A sette di queste apparizioni la Chiesa, spiegava Di Nola, ha riconosciuto fondatezza “umana”  fra il 1830 e il 1985 – restando impregiudicato allora il caso di Medjugorie. Destinatari delle apparizioni sono negli ultimi due secoli bambini e donne, in genere di famiglia povera, più spesso contadina.

Germania – Ha il vezzo di lamentarsi, non  da ora. E anche di sentirsi vittima. È – era - il paese della caccia alle streghe: almeno la metà dei centomila processi, e delle innumerevoli (milioni) vittime si produssero in Germania. Non in due anni, in duecento. Non all’epoca della selva, nel Cinque-Sei-Settecento.

Non ci sono ricordi belli delle occupazioni tedesche, solo cattiverie e soprusi. Niente monumenti, non se ne fa nemmeno la storia. Anche delle emigrazioni: solo isolamento arcigno, mai una festa in comune.

Giustizia – È cara. Si sa da quando era privata, e quindi era possibile calcolarne i costi unitari. Fino cioè a fine Settecento, quando al giustizia privata finisce per una diversa concezione dell’ordinamento politico, ma già da tempo languiva a causa dei suoi costi. Thomas Jefferson, il futuro presidente americano, ambasciatore a Parigi, viaggiando per il Sud della Francia nel 1787, faceva questo conto di un suo anfitrione, il castellano De Laye Epinay¨”Il signore è responsabile della pace delle sue terre. È  quindi soggetto alle spese per mantenerla. Un criminale processato, sentenziato e giustiziato costa a Monsieur de Laye circa cinquemila livres. La procedura è così dispendiosa per i Seigneurs che essi sono restii a dare corso ai processi”.
Ma la giustizia pubblica costa di meno? Il calcolo del costo unitario di un processo non è possibile, per la moltitudine di essi e la grande varietà tra l’uno e l’altro procedimento. Ma a lume costa anche di più, mettendo nel costo le spese d’indagine, ora anche elettroniche e quindi costose, oltre i tre-cinque gradi di giudizio.

Intelligenza artificiale – Si costituisce un Laboratorio Nazionale di Intelligenza Artificiale e Sistemi Intelligenti, coordinato dal Cini (Consorzio Interuniversitario per l’Informatica), cui faranno capo 600 ricercatori di 40 università, più i centri di ricerca, il Cnr, l’Iti e la Fondazione Bruno Kessler. Uno sviluppo poderoso, per temere il passo coi tempi. Ma è un concentrato tecnologico: l’IA si moltiplica come business, dopo avere drenato molta ricerca per applicazioni pratiche, ancillari – della robotica, che è lo sviluppo dell’utensileria. All’insegna del mercato – l’università Bocconi di Milano, che non fa ricerca scientifica, si è presto dotata di un settore IA, per i possibili suoi sviluppi merceologici. Per questo, per stare sul mercato, con soluzioni nelle sue applicazioni “migliori” di altre. ha bisogno di essere promozionata (magnificata. “risolutiva”). Ma con qualche differenza qualitativa rispetto al passato, a quando si definiva come cibernetica..La guida autonoma è tipico sussidio ancillare – utensile sviluppato.

Si dice una “rivoluzione” e si paragona all’elettricità, al salto di fine Ottocento. Ma ne è uno sviluppo: la “nuvola” può bene scomparire con Google - le aziende nascono e muoiono – o per un corto circuito. black out, fulmine, con tutta la memoria. Senza  contare che, con ogni evidenza, la IA è tutto quello che già abbiamo.

Particellari  - Stanno solo bruciando miliardi? Sono quelli dei sincrotroni e degli acceleratori in genere, da Frascati al Cern di Ginevra, a Grenoble, al  Texas. Alla ricerca ben promozionale della “particella di Dio” e dell’origine dell'universo. Che sono due cose diverse: una sostanza o materiale, un’entità; e un procedimento (reazione). Anzi tre, con la ratio del procedimento. Una ricerca metodologica, che procede per gradi, e una inventio, la scoperta, anche improvvisa o casuale. Entrambi orientati al segreto della vita, o dell’universo, ma concettualmente dissimili e non  complementari – non che se ne sia finora dimostrato un qualche legame. Due mondi, si direbbe, diversi seppure della stessa scienza, la fisica.

È un business, analogo all’IA, nel senso che è parte del rinnovato scientismo, Un positivismo più sofisticato, con la stessa mentalità risolutiva-riduttivistica, solo aggiornato nelle technialities – lavoro di gruppo, pubblicità della ricerca e dei risultati. Ed è solido, dotato riccamente, della ricerca come professione.

La soluzione unica è della vita come dispersione.: “La vita è semplicemente ciò che l’universo crea per dissipare energia”, di cui sarebbe gravido. Ma è di un romanziere a effetto, Dan Brown, “Origin”. Il secondo principio della termodinamica è ancora da spiegare.
E l’evoluzione, è costante e insita nella materia?

Progressismo – Se ne censisce la scomparsa tra i lamenti, come una colpa altrui, senza analizzarne le cause. È la conferma che da tempo era un termine vuoto. Pieno di sussiego tanto quanto senza riferimenti alla realtà. Autoreferente, chiuso addirittura, ogni fenomeno avverso relegando nel populismo. Ma come in un alveo ingiurioso, senza curarsi di identificarlo, che sarebbe chiedersi ragioni o fattori del “populismo”, cioè della propria debolezza o fallimento.
Era un guscio vuoto già ieri, quando dominava, o sembrava dominare. Con Obama, Hollande, la Merkel di sinistra (nucleare, migranti, diritti civili), Renzi, e altri minori in giro per l’Europa. Di colpo sostituiti con politici avversi, tutti quanti - Macron è un falso progressista, Sanchez è ampiamente minoritario. Dissolto, si direbbe, nel trionfo, ma senza traumi: le stesse masse progressiste si sono rivoltate, autonomamente. Senza putsch, colpi  di mano, fake news, piazzate. Spontaneamente e all’unisono, tali e tanti erano e sono le debolezze del progressismo. Mentre ancora non c’è un’analisi, una sola, anche emendabile, dell’insorgenza Trump, in una elezione già segnata, e questo dice tutto dei limiti entro cui il progressismo s è rinchiuso.

Curioso è il passaggio del progressismo sulle barriere del mercato, di cui resta difensore unico. Fino a flirtare con l’antipolitica. Anche ora che il mercato è sconfessato. Un’ideologia e un retaggio non suoi, di cui però si è fatto alfiere. Fino a difenderlo con toni volutamente odiosi, militanti. Per un errore non minore: accularsi alla sua difesa nel nome della modernità, dell’aggiornamento. In Italia anche per ammenda della lunga stagione anticapitalista, perfino antindustriale.

astolfo@antiit.eu

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