venerdì 20 luglio 2018

Il razzismo antirazzista

Imperversa il razzismo degli antirazzisti. Non nel senso che Sartre teorizzava in “Orfeo nero”, il saggio del 1948 che introduceva l’antologia della poesia franco-africana di Senghor e Pompidou: di orgoglio etnico (psicologico, culturale, storico) di supporto per abbattere il colonialismo-imperialismo. Ma per affermare, a cinquant’anni dalle indipendenze africane, una indistinzione etnica e culturale. Facendo, perché no, un secondo torto agli africani e agli altri popoli già assoggettati, di ritenerli deboli o incapaci al punto da doversi proteggere col pregiudizio.
A Manchester  “gli studenti dell’università”, dice il giornale, hanno cancellato un murale con il poema “If” di Kipling e ci hanno sovrimpresso lo slogan di un’attivista afro-americana, Maya Angelou, “I rise”. Col consenso della direttrice del “Kipling Journal”, Janet Montefiore, che opportunamente dichiara: “Certo che Kipling era un razzista e un imperialista”. Mentre non lo era. La direttrice trova peraltro al suo fianco Nicola Gardini, che pure si apprezzerebbe come latinista, che al perplesso Ippolito del “Corriere della sera” dice cose del tipo: Trovo bello che abbiano sostituito Kipling con Maya Angelou, una donna nera. Un bellissimo gesto”. Parandosi pure le spalle, col contesto: “È vero, bisogna stare attenti agli anacronismi, e alla mancanza di rispetto storico”.
E alla mancanza di verità no? Gardini non ha letto “Kim”, non ha letto i racconti della frontiera, non ha mai letto il “Libro della giungla”? E i racconti anglo-indiani? Nessun anglo-indiano in carriera a Londra ha scritto dell’India con più rispetto - gli anglo-indiani di Londra non scrivono di India, e quando lo fanno – V.S.Naipaul, Arundhati Roy, lo stesso Rushdie - è per dirne malissimo.  
Il gesto degli “studenti di Manchester” – quanti? o il writer era uno? – si può capire, ogni giorno si cancella e si riscrive. Ma è razzista dire Kipling razzista. Si lascia intendere – la direttrice del “Kipling Journal” lascia intendere, per fare audience? - che”If “ sia una poesia imperialista, mentre è la poesia di un padre al figlio – che perderà in guerra. E si dice Kipling razzista mentre era tutto il contrario: uno cresciuto in India, e in grande disagio al rientro in Inghiltera - qualcuno avrà pur letto il suo primo romanzo, “The Light that failed”.
L’imperialismo è certo viziato - e peggio ancora il colonialismo, che, questo sì, si fondava sul pregiudizio razzista. Ma il veloce antimperialismo degli “studenti di Manchester” li dice avviati sulla stessa strada. Sotto l’ombrello dell’antirazzismo.

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