“La felicità di sentirsi liberi,
e soli”. È la felicità dell’avventura: avventuriero è il giovane protagonista
per sentirsi libero, non per gesta straordinarie. Liberi per essere soli, dopo
la peste. In un mondo fuori del mondo che è Bergamo, e la pianura lombarda. Di
un secolo remote, il Cinquecento.
Il medico-scrittore e commediografo
della Vienna Felix si cimenta in una delle ultime sue prodigali invenzioni – il
racconto si pubblicò postumo, non terminato – con un’incursione fuori delle
tematiche e le convenzioni, anche trasgressive, Fine Secolo. In un oltremondo
scandito dai dettagli comuni. Un racconto della felicità anche d’inventare,
alla Karen Blixen, che negli stessi anni 1930 cavalcava libera le stesse praterie
(“Sette storie gotiche” et al.).
Un esercizio di bravura ritmica,
e di fantasia.Un’avventura che è la morte, il senso costante della fine. Con
l’amore affatato – inatteso, istantaneo.
Arthur Schnitzler, Novella dell’avventuriero, Adelphi, pp.
87 € 8
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