L’assistenza medica ai migranti ha un tariffario
pro capite, pagato dall’Italia e dalla Ue. La ong Moas raccoglie gli immigrati
in mare sulla base di un tariffario per assistito pagato dall’Italia e dalla Ue.
La ong Moas fa capo a Regina Catrambone, calabrese di Reggio, sposata a Malta, molto progressista e
milionaria. Che così si spiega su Huffington Post Italia, di cui è blogger: “Occorre
recuperare l’empatia e l’umanità necessarie per comprendere che su quelle
barche, in quelle prigioni e nel deserto potremmo esserci noi e i nostri cari”.
Obiezioni?
Ma l’accoglienza è un business. Nobile quanto si vuole, il business del buoncuore, del volontariato, della povertà e del
dolore, ma un settore economico, concorrenziale, anche troppo. Per non dire dei
vescovi che si svegliano dal letargo solo quando il business dell’accoglienza è minacciato dal governo – chi conosce don
Mazzi ne sa la spietatezza, il cinismo si direbbe.
È un fatto evidente, prima che una storia
poco onorevole. Che però non si racconta. Per paura? Per incapacità - il
giornalismo è talmente scaduto che non si sa fare neanche un’inchiesta così
semplice, di numeri, organizzazioni, metodi, aneddotiche?
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