domenica 15 luglio 2018

La verità dell’accoglienza

Volano stracci nel business dell’accoglienza. Gino Strada spiega in tv che la sua organizzazione di soccorso medico Emergency deve pagare per operare sulle navi “Phoenix” e Topaz della ong maltese Moas, Migrant Offshore Aid Station,  230 mila euro al mese. Finché la Croce Rossa non ha rilanciato, offrendo 400 mila euro per operare al posto di Emergency.
L’assistenza medica ai migranti ha un tariffario pro capite, pagato dall’Italia e dalla Ue. La ong Moas raccoglie gli immigrati in mare sulla base di un tariffario per assistito pagato dall’Italia e dalla Ue. La ong Moas fa capo a Regina Catrambone, calabrese di Reggio, sposata a Malta, molto progressista e milionaria. Che così si spiega su Huffington Post Italia, di cui è blogger: “Occorre recuperare l’empatia e l’umanità necessarie per comprendere che su quelle barche, in quelle prigioni e nel deserto potremmo esserci noi e i nostri cari”. Obiezioni?
Ma l’accoglienza è un business. Nobile quanto si vuole, il business del buoncuore, del volontariato, della povertà e del dolore, ma un settore economico, concorrenziale, anche troppo. Per non dire dei vescovi che si svegliano dal letargo solo quando il business dell’accoglienza è minacciato dal governo – chi conosce don Mazzi ne sa la spietatezza, il cinismo si direbbe.
È un fatto evidente, prima che una storia poco onorevole. Che però non si racconta. Per paura? Per incapacità - il giornalismo è talmente scaduto che non si sa fare neanche un’inchiesta così semplice, di numeri, organizzazioni, metodi, aneddotiche?

Nessun commento:

Posta un commento