Un giovane bello, dotato e
divinizzato, che si strafà e si consuma, senza nessun motivo apparente. Visto
attraverso alcune delle “sue” donne. C’è il Modigliani di maniera, ma ci sono
anche sorprese. Della famiglia, che lo ha seguito e aiutato. Di ebrei tunisini emigrati a Livorno, poi a Parigi e di nuovo a Livorno. La madre,
Eugénie Garsin, è la prima sorpresa: poliglotta, scrittrice, traduttrice, che annota
nei suoi diari con intelligenza discreta le sorprese del suo Dedo, fin da ragazzo:
favorito in ogni capriccio, che sempre scarta. O Rosalia, Rosalie Tobi,
l’ostessa siciliana che lo coccola a Parigi quando ha problemi per mangiare.
Le stesse modelle vengono fuori con personalità diverse. E le relazioni note,
con Hébuterne, le arriviste Hastings e Amnet, l’incredibile Simone Thiroux, o
la ninfa bambina Paulette Jourdain. Oltre alle donne solide, e solide
memorialiste, cui si deve il monumento: Maud Abrantès, Lunia
Czechowska, Achmatova.
Anna Maria Merlo-Franceso
Poli, Modigliani e le sue donne, 24
Ore Cultura, pp. 79, ill. € 6,90
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