all’India - in realtà a Katmandù, per il fumo a buon
prezzo. Attraverso una storia d’amore, anzi due, di iniziazione, che non
sa-sanno di nulla.
Coelho cerca di riparare voltando
la narrazione in autobiografia, sotto l’ombrello di san Luca e di Tagore: “Le
storie raccontate in questo libro appartengono alla mia esperienza personale”. Ma
è un cattivo servizio. Agli stessi hippie,
buoni fino al dolciastro, mielosi. Che fa discendere da Mia Farrow e dai
Beatles – Mia Farrow, i Beatles?
Un’eco c’è di A.Ernaux, “Gli
anni”, ma appiattita. Con errori. Il viaggio Coelho lega correttamente al
pullmino Volkswagen. Ma anche a Frommer, il routard
dell’epoca, “Europa con 5 dollari al giono”, e a Pauwels-Bergier, “Il mattino
dei maghi”. E chi li leggeva e se ne avvaleva? Non certo gli hippie? Il biglietto del pullman per l’“India”-Nepal,
del Magic o Budget Bus, fa costare 100 dollari, poi 75, ma forse da Amsterdam,
da Vienna ne costava 30. Bugie e pose si succedono, niente di hippie, né di Sessantotto.
Paulo Coelho, Hippie, La Nave di Teseo, pp.301 € 18
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