mercoledì 4 luglio 2018

Quando si era diversi nell'unità

“Vorrei vedere Francesco d’Assisi, l’umile amico degli animali,  dopo una notte in un villaggio della Rutenia subcarpatica”, di ebrei poveri, pieno di cimici. Joseph Roth è al meglio nel racconto brene, l’istantanea. Per il senso acuto del semplice, perfino dell’ovvio.
Roth ha qui raccolto una ventina di elzeviri da terza pagina, del decennio successivo alla guerra. Sul nulla: il negozio di coloniali, il secondo (e terzo) amore, le cimici appunto, i ritrovamenti coi compagni di scuola, malinconici, e così via. Con l’aggiunta di una rivisitazione del villaggio dell’infanzia, pubblicata poco prima della fine, stroncato dalla solitudine e dall’alcol. In una prosa serrata, ritmica, veloce – forse esito della traduzione, di Gabriella de’ Grandi.
C’è anche qui il ricordo dell’imperatore. All’uscita dallo Schönbrunn, al mattino, tra la folla che gli fa ala rispettosa, che si è alzata di bun’ora e ha fatto il viaggio da Vienna apposta, per salutarlo all’uscita, “il piccolo cerimoniale austriaco di un’ora mattutina a Schönbrunn”. Di un impero domestico.
Si fa molta ideologia, e quasi scandalo, del rimpianto di Joseph Roth  per il vecchio ordine k.u.k., ma la ragione è semplice: era l’impero di “un imperatore privato”: “Una maestà umana. Si allontanava dagli affari di governo, se ne andava in vacanza l’imperatore. Qualsiasi ciabattino poteva immaginarsi  di aver concesso la vacanza a Sua Maestà”.
La nostalgia è di un mondo integro. Unito cioè e non in armi, diviso, conteso. Di cui lo scrittore ebreo è personalmente singolare testimonianza, nella familiarità col mondo dell’impero cristiano. Di cui tutto fa suo, anche i riti, i santi, le devozioni. Si rimpiange il vecchio impero,la Mitteleuropa, come di un amalgama irripetibile di popoli e di culture. Ma di esse la più sorprendente, più di quella linguistica o delle nazionalità, è la religiosa. Leggere Joseph Roth oggi, che il viso dell’arme di prammatica, quasi un dovere, specie dell’ebraismo nei confronti del cristianesimo, è la sorpresa maggiore.
Joseph Roth, Il secondo amore, Adelphi, pp. 124 € 11



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