Finora di nessun interesse: le quattro vite senza storia di Archie si annunciano estenuanti – un’impresa ma per il lettore. L’edizione italiana compie il miracolo di ridurre le quattro vite di un decimo buono, ma non basta.
Una summa dello storione
familiare-etnico: quattro storie della stessa persona anagrafica. Non di sliding doors, di porte scorrevoli nel
flusso del destino, di come è stato e di come avrebbe potuto essere, ma quattro
storie siverse della stessa persona, sempre sullo storione familiare-etnico.
Come una celebrazione e insieme una denuncia-esposizione. Del genere in cui si
è distinto e rinchiuso l’ebraismo Americano, Singer, Bellow, Malamud, Ph.Roth,
lo stesso Auster.
La storia narrata più
volte era già della “Trilogia di New York”, il primo successo di Auster. La tecnica
quindi è collaudata. Ma per il lettore è impegnativa, senza consolazione.
Paul Auster, 4 3 2 1, Einaudi, pp. 944, ril. € 25
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